Foto Storia
L'8 novembre 1894 i primi salesiani arrivarono in Portogallo per la direzione del Collegio di “S. Caetano de Braga”. I tre che diedero inizio alla presenza salesiana in Portogallo furono: don Pedro Cogliolo, 28 anni, don Angelo Bergamini, 30 anni e il chierico José Galli, 17 anni. Nella foto è raffigurato il gruppo del personale salesiano del 1895/1896; al centro, don Pedro Cogliolo.
Roma, Italia - Il 12 settembre 1952 fu posta la prima pietra del nuovo edificio da parte del cardinale vicario Clemente Micara, ma i lavori veri e propri iniziarono circa un anno dopo, dove la zona vide la crescita urbanistica a partire dal Quadraro lungo la via Tuscolana fino agli studi cinematografici. Così sorse nei primi anni cinquanta il quartiere intensivo di Don Bosco, nato proprio con la promozione dei Salesiani intorno all'omonima Basilica, inaugurata nel 1959. Il giorno successivo alla consacrazione, il 3 maggio, Papa Giovanni XXIII venne in visita alla nuova chiesa per pregare davanti alla tomba del santo torinese a cui era intitolato l'edificio sacro e la cui urna, per l'occasione, era stata trasferita da Torino a Roma.
Niterói, Brasile – 1890 – Alla sera del 14 luglio 1883 i primi salesiani arrivarono a Niterói, Stato di Rio de Janeiro, per iniziare l’opera di Don Bosco in Brasile. Partirono con una piccola scuola e un piccolo numero di studenti – 10, secondo le cronache. Come in molti inizi, anche qui tutto era precario, tranne la volontà di servire Dio attraverso l’educazione dei giovani. Ma negli anni aumentarono allievi e attività: nella foto sono rappresentati, insieme ai Figli di Don Bosco, gli allievi dell’Istituto “Santa Rosa” di Niterói dell’anno 1890.
Bova, Italia – 1933 – Mons. Giuseppe Cognata in visita pastorale alla Diocesi di Bova (Reggio Calabria). Lo scatto è stato realizzato durante i suoi primi anni all’Episcopato a Bova (1933-1939). Entrato in diocesi nel giugno del 1933, Monsignor Cognata – che aveva scelto come motto episcopale l’espressione paolina «Caritas Christi urget nos» – volle visitare non solo tutti i paesetti della diocesi, ma anche i gruppi di povere famiglie sparse qua e là nei luoghi più remoti e inaccessibili.