Alla cerimonia hanno partecipato: suor Cruz María Piña, Ispettrice delle FMA; don Ángel Lazo, Vicario dell’Ispettoria salesiana dell’Ecuador; Enrique Delgato, Sindaco del cantone di Sucúa; alcune suore del Consiglio Ispettoriale e un buon numero di persone arrivate da varie città del Paese per conoscere il museo religioso.
Suor Cruz María Piña ha affermato che un museo ha l’obiettivo di mostrare quello che è stato fatto nella vita e l’eco che hanno queste azioni nell’eternità. “Tutto ciò che troviamo in questo luogo parla del suo grande amore per Dio che le faceva esclamare: ‘Ogni giorno sono più felice nella mia vocazione religiosa e missionaria…’. Viviamo questa esperienza di contemplare la vita e la missione della beata suor Maria Troncatti”.
Prima di aprire le porte del museo al pubblico, c’è stato il taglio del nastro da parte dell’Ispettrice delle FMA, a cui è seguita la benedizione dei locali da parte di don Lazo. Il museo mostra oggetti e fotografie che presentano in maniera visiva il cammino di suor Maria soprattutto insieme al popolo Shuar.
Uno degli spazi del museo è dedicato esclusivamente al suo lavoro come infermiera, poiché era una “dottoressa” per il corpo, ma anche per l’anima. Non si dedicava esclusivamente a trattare dolori o curare malattie ma per ciascuno dei suoi “pazienti” aveva un consiglio e una parola evangelizzatrice.
Don Lazo ha sottolineato l’amore per la vita missionaria della beata e ha esortato i giovani presenti ad impegnarsi a seguire il suo esempio di vita e andare dove Dio li chiama. Inoltre ha detto che suor Troncatti fu designata come la “Protettrice dei giovani volontari”.
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