Uganda – La Pasqua a Kampala e a Palabek, tra problemi e speranze

19 Aprile 2019

(ANS – Kampala) – Kampala, con le contraddizioni evidenti delle capitali dei Paesi in via di sviluppo; e Palabek, nel centro per rifugiati che ospita gli ultimi tra gli ultimi. Anche in queste due realtà così problematiche risuonerà il messaggio della Pasqua: un messaggio di speranza che i salesiani, presenti in entrambi i luoghi, provano a testimoniare tutti i giorni dell’anno.

Caotica e con tante contraddizioni. Palazzoni da un lato, case di fortuna dall’altro, e poi una marea continua di gente che si riversa continuamente per strada, anche a notte fonda e al buio – perché i lampioni sono merce rara. Ecco Kampala, la capitale dell’Uganda. La metropoli più ambita dagli abitanti dei villaggi del Paese, che nel caos della grande città cercano fortuna ogni giorno.

“Lo stipendio medio qui è di 20.000 o 30.000 scellini, 300.000 all’anno. Circa 1.000 dollari americani” spiega don Elie Nyandwi, Direttore della missione dei salesiani a Namugongo, una trentina di chilometri da Kampala. Presenti dal 2006 e da dieci anni sostenuti da “Missioni Don Bosco” di Torino, qui i salesiani gestiscono il centro “Children And Life Mission” (CALM), che accoglie ogni giorno circa 150 bambini e adolescenti vulnerabili.

“In Uganda c’è criminalità perché la gente è povera – sottolinea don Nyandwi –. L’economia si basa sul piccolo commercio e trovare lavoro è molto difficile, soprattutto per i più giovani, che quindi devono cercare tanti modi per sopravvivere”.

Per questo in molti si trovano poi coinvolti in giri poco raccomandabili, correndo inoltre il serio rischio di venire travolti dalla dipendenza di alcol, droga o di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. “La maggior parte ha l’HIV” ricorda dolorosamente il direttore della missione salesiana, che attraverso l’educazione punta a tenere lontano dalla strada i più giovani.

Molto lentamente il Paese sta provando a rilanciarsi economicamente, anche grazie agli investitori stranieri, ma il divario all’interno della popolazione resta. E gran parte della gente continua a fare fatica per un’infinità di ragioni. “La situazione non è buona” commenta infatti il salesiano.

Il centro di Namugongo, con una scuola primaria e una materna, ospita soprattutto bambini orfani e rifugiati fuggiti dai vicini Sudan del Sud, dal Burundi e dal Ruanda. E poi ragazzi con situazioni familiari difficili, ma che comunque sanno come affrontare quotidianamente le numerose difficoltà rimanendo sempre sorridenti. “Alcuni vogliono diventare preti, altri militari e altri ancora businessman”.

Il progetto della scuola elementare salesiana a Namugongo è iniziato nel 2015 per iniziativa del salesiano coadiutore Hubert Twagirayezu, il quale per la sua realizzazione ha chiesto aiuto alla Procura Missionaria Salesiana di Torino, “Missioni Don Bosco”. Si è così compiuta la “fase uno”: tinteggiatura integrale dell’edificio preesistente, acquisto dei banchi e costruzione di un edificio di supporto tecnico. Adesso, dice don Nyandwi, è necessario completare i bagni, anche con l’aiuto di chiunque altro ne abbia voglia.

Sempre “Missioni Don Bosco” ha di recente lanciato un altro progetto benefico in Uganda: la costruzione di alcune semplici cappelle all’interno del campo per rifugiati di Palabek, dove i Salesiani sono giunti l’anno scorso.

La maggior parte dei rifugiati, infatti, proviene dalle aree meridionali del Sudan del Sud, dalle aree delle diocesi cattoliche di Torit e Malakal. Sono cristiani cattolici che hanno bisogno di assistenza pastorale, liturgica e spirituale e hanno fame di sacramenti, di Messa e di altre attività pastorali e spirituali.

Domani notte, nella Veglia di Pasqua, saranno ben 150 i catecumeni che riceveranno il battesimo a Palabek!

Nell’ultimo anno e mezzo sono stati organizzati almeno 12 punti di preghiera all’interno del campo, dove vengono celebrate le Messe e altri programmi liturgici: si officia sotto gli alberi, all’aperto, e la partecipazione è tanta, così come la gioia sui volti dei credenti di tutte le età. Dire e assistere a una Messa all’aria aperta sotto un albero, però, spesso comporta problemi a causa del caldo e del vento – che può essere così forte da impedire qualsiasi attività. Quando inizia la stagione delle piogge, inoltre, chiaramente non è possibile celebrare all’aperto.

Per questo i salesiani hanno deciso di realizzare 12 piccole cappelle, tra quelle solide e durature e le semi-permanenti. È inutile sottolineare come, attraverso la preghiera e altre attività ecclesiali, si potranno diffondere la pace e la fraternità.

Fonti: FanpageMissioni Don Bosco

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