In quella stessa giornata il X Successore di Don Bosco ha avuto altri due incontri significativi, entrambi presso la parrocchia “Maria Ausiliatrice”: quello con la Famiglia Salesiana locale e quello con i ragazzi del Movimento Giovanile Salesiano (MGS).
Nel primo dei due raduni, Don Á.F. Artime ha ricordato come in tutto il mondo religiosi e laici della Famiglia Salesiana realmente riescono a cambiare la vita dei giovani e ha anche sottolineato il valore dell’unità: “Per far sviluppare l’opera salesiana, Don Bosco ebbe bisogno dall’aiuto di tante altre persone. Siamo Famiglia Salesiana perché siamo aperti e disponibili a chiunque arrivi da noi. È molto importante che rimaniamo uniti”.
Quindi, con i ragazzi dell’MGS, il Rettor Maggiore si è comportato da vero animatore giovanile, provocandoli con diverse domande: “Siete felici?”; “Quanti di voi hanno un sogno?”; “Quanti pensano che sia possibile realizzarlo?”; “Quanti sono disposti a fare sacrifici per raggiungerlo?”… Alla fine, dopo una bella interazione con loro, ha indicato ai giovani l’esempio di Don Bosco, un santo che sognò grandi cose per i giovani e si sacrificò per inseguire il suo sogno. E ha ricordato loro di non lasciare Gesù fuori dalla loro vita.
Nella giornata di sabato 9 marzo il Rettor Maggiore ha dapprima animato i suoi confratelli di Città del Capo, ribadendo il valore della comunione e della presenza tra i giovani; nell’occasione il Successore di Don Bosco ha raccontato come una volta Papa Francesco gli abbia detto: “Altri lavorano con i giovani, ma i salesiani esistono per i giovani”.
Successivamente Don Á.F. Artime ha dialogato con mons. Stephen Brislin, arcivescovo di Città del Capo, e poi ha raggiunto Johannesburg, dove, per prima cosa, è andato in visita presso la comunità ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Ieri, domenica 10 marzo, il Rettor Maggiore l’ha speso incontrando giovani e membri della Famiglia Salesiana attivi presso le presenze di Johannesburg. Ai ragazzi ha ricordato che ciascuno può essere un dono per gli altri e che la santità non consiste nel fare miracoli, ma nel compiere “il miracolo del servizio, di dare un sorriso, di ascoltare quel giovane che è solo…”.
Mentre ai vari gruppi della Famiglia Salesiana, dopo aver richiamato la bellezza dell’unità carismatica, ha rimarcato l’importanza di testimoniare la comunione e di essere significativamente presenti in mezzo ai giovani.