“Incredibile come questa causa abbia colpito il cuore di tante persone nell’Ispettoria del Mato Grosso, nel Brasile Salesiano e nella Chiesa. L’esempio di fede e di amore per il Regno di Dio di don Rodolfo e Simão è veramente un segno e una chiamata al rinnovamento e all’ardore missionario – commenta don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana –. Don Rodolfo e Simão fanno parte di quella lunga schiera di missionari cattolici e di indigeni assassinati mentre accompagnavano, evangelizzavano e lottavano con gli indios per i loro diritti. La lotta per la difesa della terra, dei popoli che la abitano e delle sue immense ricchezze naturali, culturali e spirituali, è stata ed è tuttora fecondata dal sangue di martiri”.
“Don Lunkenbein – prosegue don Cameroni – annunciava un Dio fraterno, promuoveva la giustizia e cercava una vita in pienezza per il popolo bororo, che viveva in un contesto di emarginazione, di disprezzo, minacciato da chi voleva occupare senza scrupoli le sua terra. Egli testimonia come l’annuncio del Vangelo si manifesta nel rispetto e nella promozione della cultura, delle tradizioni, di stili e ritmi di vita della popolazione indigena, sostenendone i processi di liberazione”.
In occasione dell’apertura del processo diocesano l’Ispettore di Brasile Campo Grande (BCG), don Gildasio Santos, ha indirizzato un messaggio ai suoi confratelli, alle comunità educative-pastorali e alla Famiglia Salesiana, invitando a vivere con partecipazione questo dono e mettendo in risalto come don Lunkenbein e Simão abbiano vissuto un vero incontro con Gesù Cristo sigillando nel sangue un’alleanza profonda attraverso il dono di sé: “un’alleanza di cuori e di sogni in terre missionarie”.
In particolare saranno da valorizzare gli scritti di don Lunkenbein, che nelle sue lettere, nelle omelie e in altri interventi manifestava il suo cuore missionario e la forza profetica del Vangelo nella promozione della giustizia e della solidarietà. Nei suoi ultimi scritti appaiono spesso allusioni alla morte: “Anche oggi, un missionario deve essere disposto a morire per fare il suo dovere. L’aiuto che ci darete mostra che avete capito chiaramente cosa significa oggi essere cristiano: sacrificarsi con Cristo, soffrire con Cristo, morire con Cristo e vincere con Cristo per la salvezza di tutto il mondo, del nostro prossimo”. (Lettera ai suoi connazionali dell’11.08.1975).