Le case che hanno partecipato sono state: “Santa Catalina”, “San Francisco de Sales” e “Nuestra Señora de los Remedios”, nella città di Buenos Aires; “Juan Segundo Fernández” a San Isidro; l’“Oratorio Centenario” ad Avellaneda; e quelle di Victorica, nella Provincia di La Pampa; quella di Bariloche, nel Río Negro; e quella di Trelew, nel Chubut.
Il progetto ha raggiunto direttamente più di 5.000 ragazzi e ragazze e indirettamente altre 2.000 persone. Sono stati formati insegnanti, dirigenti, personale amministrativo e di manutenzione e si è riuscito ad incidere sulle politiche del governo locale. Ha inoltre rafforzato le équipe ambientali delle otto case salesiane e la rete di cooperazione con le istituzioni nazionali legate alla tutela e valorizzazione dell’ambiente. Infine, sono stati prodotti tre manuali essenziali per la continuità dell’impegno ambientale in ogni casa che ha partecipato al progetto, e per accompagnare in futuro altre case e comunità in percorsi analoghi.
Il progetto è servito a fornire strumenti e possibilità per generare nuovi posti di lavoro e promuovere abitudini di trasformazione sociale. “Come Ispettoria siamo convinti che non ci sia via d’uscita dalla crisi ambientale, se non in comunità” affermano dall’Ufficio di Comunicazione di ARS.
“Questo progetto ci entusiasma e ci sfida, non solo per queste otto case che hanno lavorato e continuano a lavorare su questo terreno, ma anche perché il resto delle case dell’Ispettoria possa iniziare a seguire questa medesima logica. Questo è l’impegno che Papa Francesco ci ha chiesto e noi, come Salesiani di Don Bosco, lo abbiamo assunto, lo accettiamo e, con grande piacere, lo portiamo avanti. Vorrei quindi ringraziare tutte le persone che hanno lavorato a questo progetto in Argentina, e in particolare l’ONG ‘JuWe’, perché senza il loro sostegno sarebbe stato impossibile realizzarlo”, ha dichiarato da parte sua don Gabriel Doddi, Economo Ispettoriale e Direttore dell’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo dell’Ispettoria ARS.