Pakistan – L’impegno degli Exallievi per continuare ad offrire l’educazione salesiana ai giovani, in ricordo di don Pietro Zago

19 Giugno 2024

(ANS - Quetta) – Dai tempi di Carlo Gastini in poi, gli Exallievi di Don Bosco sono un pilastro attivo e di spicco della missione salesiana. E spesso lo sono ancor di più in quelle realtà alle “periferie della missione”, dove il bene suscitato dalle prime case salesiane inizia a far fruttificare dei semi di bene che non si vogliono far disperdere. Questa realtà è oggi chiaramente visibile in Pakistan, dove gli Exallievi di Don Bosco si stanno adoperando per salvare dalla chiusura una scuola fondata dal compianto missionario don Pietro Zago.

Dei suoi quasi 83 anni di vita don Zago (1935-2017) ne spese 62 come missionario, servendo i giovani di India, Indonesia, Timor Est, Filippine, Papua Nuova Guinea, e infine Pakistan, dove spese gli ultimi 18 anni della sua vita, fondò le due opere attualmente presenti nel paese (Quetta e Lahore) e contribuì alacremente al sostegno di rifugiati e poveri e alla ricostruzione dei villaggi dopo il sisma del 2005 e le alluvioni del 2010.

Con la sua intraprendenza, insieme a quella dei suoi compagni di missione, don Zago influì profondamente sulla vita di innumerevoli bambini in Pakistan. E oggi la sua eredità sopravvive attraverso queste istituzioni, che continuano a incarnare la sua dedizione e il suo amore per l'istruzione e i meno privilegiati.

Lo scorso dicembre, la Federazione Nazionale degli Exallievi ha avuto l’opportunità di visitare Quetta per stabilire le elezioni dell’Unità Locale e durante questo viaggio ha compiuto anche una visita a Ziarat, un distretto di Quetta, per compiere una visita ad un’altra scuola lì situata, anch’essa avviata nei primi anni 2000 da don Zago.

“Siamo stati tutti profondamente commossi dalla calorosa accoglienza e dall’evidente impatto del lavoro di don Zago – ha testimoniato il signor Asif Boota, Vicepresidente Nazionale degli Exallievi del Pakistan – Ma il discorso di apertura pronunciato dal Preside della scuola ci ha rivelato una situazione inaspettata e straziante: la scuola stava rischiando la chiusura per insufficienza di fondi”.

La notizia è stata una doccia fredda per tutti i presenti, compreso il sig. Francis Nhat, salesiano delegato per l’Unione Locale degli Exallievi di Quetta. Dopo il disorientamento iniziale, il signor Boota ha cercato di approfondire le possibilità di intervento insieme al Direttore della casa di Lahore, don Noble Lal, il Presidente dell’Unione Locale degli Exallievi di Quetta, Sig. Awaish Yousaf, e il Direttore di quest’opera, don Samuel Ghouri.

Così ora, su proposta proprio di don Ghouri, la Federazione Nazionale degli Exallievi del Pakistan sta lavorando per sviluppare un solido piano operativo che le permetta di assumersi la responsabilità della gestione di questa scuola, e di esplorare i modi per prevenire la chiusura di questa istituzione vitale per i giovani di Ziarat e di tutta Quetta.

“Ora stiamo formulando e discutendo il piano con la comunità salesiana e tutti noi siamo determinati a onorare don Zago garantendo che questa scuola rimanga operativa e continui a fornire un’educazione di qualità ai bambini di Ziarat. Riconosciamo la profonda importanza di questo centro e ci impegniamo a mobilitare risorse per sostenerlo” ha testimoniato il signor Boota.

Dunque, attualmente la Federazione Nazionale Exallievi di Don Bosco in Pakistan prevede di siglare un contratto dettagliato che preveda la presa in carico della gestione della scuola di Ziarat per un anno, sulla base del rispetto di certi parametri. Successivamente la Federazione Nazionale affiderebbe la gestione di quella scuola all’Unione Locale degli Exallievi di Quetta, continuando però a monitorare tutte le attività.

Per questo, conclude il Vicepresidente Nazionale degli Exallievi del Pakistan: “Con questo accordo non solo verrebbe onorata l’eredità di don Zago, ma si garantirebbe anche la continuità dell’educazione e del servizio ai meno privilegiati di Ziarat e di Quetta. Sono sicuro, signore, che insieme potremo sostenere la missione di Don Bosco e la cara memoria di don Pietro Zago, assicurando che la sua visione di educazione e servizio ai meno privilegiati continui”.

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