L’evento è stato aperto da don Luciano Bellini, direttore della casa salesiana di Macas, che ha sottolineato come la celebrazione rappresentasse un gesto di impegno per l’educazione e la salute in questa città, dove le realtà attuali continuano ad essere una sfida, soprattutto per continuare ad offrire ai giovani più svantaggiati di poter sognare e realizzare il loro progetto di vita nella propria terra.
Macas fa parte del sogno missionario del fondatore dei salesiani. Due anni dopo l’arrivo dei primi Figli di Don Bosco in Ecuador, nel 1888, venne avviata la creazione dei Vicariati di Méndez e Gualaquiza, che sarebbero poi stati affidati proprio a dei salesiani. Ed essi predicarono e lavorarono la terra, introdussero nuove colture e nuove pratiche di allevamento, crearono scuole e collegi, aprirono strade e altro ancora. Così, il 7 marzo 1924, venne avviata a Macas la prima casa salesiana, che grazie al loro impegno, nel tempo ha dato vita ad innumerevoli servizi: la prima stampa, il primo cinema, le rappresentazioni teatrali, l’oratorio domenicale, il primo generatore energetico, i primi centri sanitari e dispensari, l’accompagnamento dei sacerdoti itineranti, l’ambulanza aerea, i ponti, le coltivazioni, i libri, l’amicizia, la celebrazione della fede e molto altro ancora…
Durante la celebrazione, don Marcelo Farfán, Ispettore dei Salesiani in Ecuador, ha ricordato i salesiani passati per quest’opera missionaria, e ha sottolineato il contributo della presenza salesiana nella Provincia locale di Morona Santiago, sottolineando cinque punti:
– L’educazione, come base fondamentale per far emergere un popolo. A ciò si aggiunge il contributo della stazione radio “Voz del Upano”, che contribuisce a portare l’istruzione in tutti gli angoli e prepara gli studenti al mondo esterno. Oggi, questa priorità per l’istruzione si riflette nel progetto “Ciudadela Educativa Don Bosco” di Morona.
– Promozione umana, attraverso l’introduzione di nuovi metodi e prodotti per lavorare la terra, la selezione delle sementi migliori, la falegnameria, la ceramica, la pittura e l’oreficeria, il commercio equo, le attività manuali per le donne come il cucito e il ricamo…
– La promozione di relazioni interculturali, che ha aiutato a costruire ponti tra i coloni e la popolazione shuar, consentendo l’accesso ai diritti, alla stabilità lavorativa e alla partecipazione alla società.
– L’opzione per i più bisognosi e vulnerabili, come anziani, vedove, ragazze madri.
– La proclamazione del Vangelo e l’attenzione alla cura sociale e pastorale, con la diffusione della devozione alla “Madonna Purissima” di Macas – un percorso in cui è stato sempre promosso anche il contributo dei laici e la formazione di responsabili locali.
Attualmente, la presenza dei salesiani a Macas accompagna in percorsi di sviluppo integrale oltre 2.600 studenti che fanno parte dell’Unità Educativa “Don Bosco”, inseriti in un percorso di educazione ed evangelizzazione che si apre al confronto con le sfide globali della modernità e che si realizza attraverso il dialogo tra salesiani e laici, salesiani e popolo Shuar, salesiani e governo locale, e soprattutto salesiani e giovani.
Durante l’evento, che è stato trasmesso in diretta su Facebook, i Figli di Don Bosco hanno ricevuto dei riconoscimenti per il loro lavoro e la loro presenza a Macas, assegnati dall’Ufficio del Sindaco della città, dalla Prefettura di Morona Santiago e dall’Assemblea Nazionale dell’Ecuador.
All’evento hanno partecipato il Consiglio Ispettoriale dei Salesiani in Ecuador, le Figlie di Maria Ausiliatrice, autorità e docenti dell’Università Politecnica Salesiana, studenti, autorità civili, militari ed ecclesiastiche e media.
Fernanda Vasco
Ufficio Salesiano di Comunicazione
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