Stati Uniti – I salesiani per il contrasto al lavoro minorile

10 Giugno 2022
Foto: Foyer Don Bosco (Benin)

(ANS – New Rochelle) – Si celebrerà domenica prossima, 12 giugno, la Giornata Mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, istituita nel 2002 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO, in inglese) per porre l’attenzione su questa grande piaga che lede profondamente i diritti di milioni di minori in tutto il mondo.

Il tema proposto dall’ILO per la Giornata Mondiale di quest’anno è “Protezione Sociale Universale per porre fine al Lavoro Minorile”. “I sistemi governativi di protezione sociale sono essenziali per combattere la povertà e la vulnerabilità e per sradicare e prevenire il lavoro minorile. La protezione sociale è sia un diritto umano, sia un potente strumento politico per evitare che le famiglie ricorrano al lavoro minorile in tempi di crisi” affermano dall’ILO.

Secondo i dati dell’ILO all’inizio del 2020 erano circa 160 milioni i minori - 63 milioni di ragazze e 97 milioni di ragazzi - coinvolti nel lavoro minorile, pari a quasi 1 bambino su 10 in tutto il mondo. Sono milioni di bambini e ragazzi che – anche quando vengono costretti a lavorare solo per una frazione della giornata – vengono privati di un tempo utile per la loro educazione, il riposo, il diritto allo svago… e che vedono progressivamente restringersi le loro prospettive di vita.

In tutto il mondo i Salesiani hanno avviato programmi e progetti per sottrarre i bambini al lavoro, garantire loro l’educazione e assicurarsi che vengano soddisfatti i loro bisogni primari.

Ad esempio, in Benin, animano quattro centri “Foyer Don Bosco”: due a Porto-Novo, uno a Cotonou e uno a Kandi. In questi centri i salesiani accolgono ragazzi che avevano abbandonato le proprie famiglie a motivo della povertà o di altri gravi problemi e che cercano di sopravvivere con qualche lavoretto; minori che i genitori avevano affidato ad artigiani perché imparassero un mestiere, ma che in verità trattati come schiavi; o minori che lavorano per aiutare le loro famiglie bisognose. A tutti loro i Figli di Don Bosco offrono innanzitutto assistenza psicologica per l’inserimento iniziale, e poi anche assistenza sanitaria, ospitalità, alloggio, vestiti, reinserimento scolastico e formazione professionale. Alcuni giovani studiano fino al diploma, mentre altri ricevono una formazione professionale. Per tutti inizia una nuova vita.

A Rango, in Ruanda, i salesiani hanno attivo un programma noto come “Ejo Heza”, che nella lingua locale significa “domani andrà meglio”. Esso opera dal 2020 per aiutare i bambini colpiti dal lavoro minorile e che vivono abbandonati a se stessi lungo le strade della città. Il progetto prevede un primo contatto con i giovani e un invito ad accedere alla riabilitazione psicologica, educativa e sociale; prosegue poi con percorsi progressivi di fiducia e responsabilizzazione; e culmina, laddove possibile, con il ricongiungimento familiare.

In India, infine, è molto attivo il programma “Child Safety Net” posto in essere da “BREADS”, l’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo dell’Ispettoria di Bangalore, che solo da luglio 2021 a gennaio 2022 ha liberato dal lavoro minorile 127 minori. Si tratta di ragazzi e ragazze tra gli 11 e 18 anni che erano impegnati nella cucitura di borse e berretti, nella tintura dei sari, nel taglio del vetro, nella stampa, nella produzione di carta, nella produzione di sedie in acciaio, nella produzione di alimenti e nei lavori edilizi. Erano costretti a lavorare dal mattino fino a notte inoltrata in condizioni insalubri, tristi e soffocanti, con poca o nulla assistenza medica. Tutte le operazioni di salvataggio sono state condotte in collaborazione con la polizia locale e i dipartimenti del lavoro.

Fonte: Salesian Missions

InfoANS

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