La città di Bukavu è sovrappopolata e ha un solo canale di drenaggio dell’acqua piovana, il Gauwa. Non esiste un sistema generale di raccolta dei rifiuti e nel canale viene gettato ogni tipo di detriti. La pioggia ha portato via verso il canale bottiglie di plastica, stracci, pezzi di legno… Questi detriti bloccano e sovraccaricano il canale e l’acqua fangosa straripa, invade strade e viottoli, entra nelle case e provoca molti danni - e quando arriva nel lago Kivu, i detriti possono bloccare le turbine della centrale idroelettrica.
Il 16 marzo forti piogge hanno colpito la città di Bukavu e provocato gravi conseguenze, a partire dalla morte di 6 persone e proseguendo con lo smottamento di tratti di collina, il crollo di case, vari veicoli portati via dall’acqua piovana...
Il Centro Don Bosco di Bukavu, che si trova lungo il viale industriale della città e che ha il Gauwa che gli scorre accanto, è stato anch’esso pesantemente colpito. L’acqua ha strappato le ringhiere di un ponte limitrofo al centro e ha portato molto fango e terra dentro la scuola salesiana.
Il laboratorio di muratura del Centro Don Bosco di Bukavu è stato invece totalmente danneggiato: l’acqua è entrata nell’hangar, è salita fino a 3 metri di altezza lasciando le sue tracce sui muri, ha abbattuto il muro di cinta, sfondato la porta del laboratorio, che è stato invaso dal fango; quindi, ha distrutto completamente il garage che fungeva da deposito, la casetta del custode, i servizi igienici e in parte l’ufficio degli insegnanti.
Nel capannone c’era uno spazio molto grande per gli esercizi degli allievi di muratura e due stanze più piccole che erano state date in affitto a dei falegnami. Purtroppo, uno di loro è stato sorpreso dall’alluvione ed è rimasto travolto nell’acqua e nel fango.
I lavori di ricostruzione sono urgenti: gli apprendisti muratori hanno bisogno di ritrovare il loro locale per completare la formazione e terminare regolarmente l’anno scolastico. Stanno mostrando la loro buona volontà, lavorando con i mezzi a disposizione per ripulire da tutto il fango e dagli altri detriti.
“La nostra piccola catastrofe si unisce a quella immensa della guerra in Ucraina e a quella senza fine della guerriglia all’Est del Congo. Chiediamo al Signore che ci liberi da ogni male, sicuri che ogni Via Crucis sbocca nella Risurrezione”, commenta don Piero Gavioli, Direttore dell’opera.
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