Nella mattina di oggi, 17 dicembre, l’isola si è svegliata con la devastazione causata dai venti. Le notizie ufficiali cominciano a contare le vittime, ma si spera che il numero sia basso. “Dopo aver visitato la città in bicicletta, ho constatato che la nostra scuola a Cebu City, il “Don Bosco Technical College”, è stata la più danneggiata tra le case salesiane – spiega don Keith Amodia, Delegato per la Comunicazione Sociale dell’Ispettoria FIS – Anche il nostro centro giovanile a Pasil, che era vicino al mare, ha subito danni a causa del vento e delle onde. L'integrità strutturale della recinzione perimetrale è già stata compromessa e il tutto sta iniziando a pendere da un lato. Se dovesse cedere, i salesiani saranno esposti al fiume e al mare, con il rischio anche di subire dei saccheggi”, ha aggiunto.

I servizi internet sono scarsi poiché molte linee di trasmissione sono state danneggiate e anche le batterie dei telefoni cominciano a scaricarsi senza corrente. Molte famiglie hanno perso le loro case, specialmente quelle costruite con materiali leggeri. Si stanno registrando anche problemi con l'acqua potabile, dato che il distretto idrico ha sospeso la fornitura. Il governo sta quindi cercando di consegnare l'acqua alle comunità attraverso i camion dei pompieri.

“Sono in grado di darvi questo rapporto perché la nostra scuola ha un generatore, ma durerà solo fino alle 20 e dunque passeremo la notte al buio – prosegue don Amodia – È interessante notare che la linea internet diretta che stiamo usando per le lezioni online della scuola funziona ancora, ma durerà solo finché ci sarà la corrente. Per favore pregate per noi. Molte famiglie qui stanno soffrendo perché sono esposte alle intemperie. La gente sta affollando le stazioni di servizio e i negozi di ferramenta. I cebuani, tuttavia, sono persone resistenti. Per generazioni i cebuani hanno vissuto fronteggiando questo clima, solo che ora le tempeste sono più forti a causa del cambiamento climatico”, ha concluso.

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