Nell’omelia della Messa d’Apertura del Capitolo Generale, il Rettor Maggiore ha invitato le suore a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo: “Solo lo Spirito Santo, in quest’‘ora’ del vostro Capitolo Generale, può essere vincolo di unità e comunione. Solo Lui può suscitare e accogliere la diversità senza interrompere la comunione. Questo è il perché, a mio parere, mie care capitolari, adesso vi trovate davanti una meravigliosa sfida: se volete continuare sempre nella fedeltà alla chiamata di Dio nel vostro carisma, dovrete fare in modo che questa Assemblea sia sempre abitata dallo Spirito Santo, vero e unico protagonista di ogni discernimento”.
L’Istituto delle CSJ aveva inizialmente previsto di svolgere il Capitolo Generale in Giappone, Paese dove l’Istituto è stato fondato nel 1937; ma a causa della pandemia di Covid-19, provvidenzialmente ha deciso di svolgerlo per la prima volta in Italia, patria del Fondatore, don Antonio Cavoli, SDB, e del Cofondatore, il Venerabile don Vincenzo Cimatti, SDB.
Nell’ambito dei lavori capitolari, la settimana prossima, giovedì 14 ottobre, è prevista l’elezione della Madre Generale e del suo Consiglio; mentre la chiusura del CGXVIII è in programma il giovedì successivo, 21 ottobre, con l’Eucaristia conclusiva che verrà presieduta anch’essa dal Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Á.F. Artime, nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco.
Riguardo al tema guida del Capitolo Generale, esso è stato poi suddiviso in tre sotto-temi:
- Integrità del Creato, per tutelare una casa dove viviamo insieme.
- Interculturalità, per costruire una casa dove viviamo insieme.
- Apostolato delle Famiglie, per diventare una casa dove viviamo insieme.
Il primo punto è evidentemente legato ad una maggiore sensibilità ecologica: “Stiamo cercando di operare cambiamenti nei nostri stili di vita per curare la nostra casa comune con lo spirito della Laudato Si’”, affermano le religiose.
Il secondo punto parla della valorizzazione delle differenze all’interno dell’Istituto. Spiegano sempre le CSJ: “Dopo circa 80 anni dalla fondazione, la nostra congregazione si espande su 16 Paesi e i membri appartenenti provengono da 10 nazioni. Ma il 90% dei membri proviene dal Giappone e dalla Corea del Sud, mentre pochi membri provengono da altre nazioni. Abbiamo perciò deciso di approfondire questo tema per evitare la tendenza di rendere dominante la cultura e i costumi della maggioranza della comunità e di ostacolare così la vera comunione interculturale”.
Il terzo punto, infine, parla di Chiesa “in uscita”. Concludono le suore: “Attorno a noi ci sono tante famiglie che a causa di Covid-19 vivono tantissime difficoltà. Stiamo cercando di trovare il modo con cui impegnarci nell’apostolato delle famiglie, con quello spirito di iniziativa e di flessibilità vissuto dalla prime CSJ nell’assistenza ai bambini e agli anziani miseri e abbandonati”.
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