RMG – Costruttori di dialogo ecumenico ed interreligioso
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14 Ottobre 2024

(ANS – Roma) – Il dialogo è un’attività esclusivamente umana e una caratteristica umana fondamentale in cui gli individui o i gruppi si scambiano opinioni, pensieri o punti di vista, considerano diverse opzioni e riflettono anche sulle proprie convinzioni, opinioni, valori o pregiudizi.

Il dialogo è essenziale per la comprensione, l’apprezzamento e il rispetto reciproci tra individui e gruppi e facilita la collaborazione e il processo decisionale. Con un atteggiamento fondamentale di apertura, il dialogo permette ai partecipanti di scoprire nuove idee o prospettive, che portano a nuove intuizioni e opzioni migliori. Il dialogo presuppone un ascolto attento, discussioni rispettose e richiami cortesi. Esistono varie forme di dialogo in diversi contesti, che possono svolgersi in un singolo momento o attraverso una serie di incontri per facilitare discussioni prolungate e approfondite. Se inizialmente il dialogo avviene attraverso incontri personali, la moderna comunicazione sociale ha creato piattaforme per un dialogo fruttuoso tra persone e gruppi situati in diverse parti del mondo.

Dio ha iniziato un dialogo di salvezza con l’umanità per la sua bontà e il suo amore. L’umanità non meritava questo dialogo. Dio ha amato così tanto il mondo da dare il suo Figlio unigenito (Gv 3,16). Il dialogo di Dio con l’umanità è un appello d’amore per tutti, che permette a ciascuno di accettarlo o rifiutarlo liberamente. Il dialogo è stato anche al centro del ministero di Gesù. Egli dialogò, soprattutto con i suoi oppositori, riguardo alla Legge di Mosè e alla sua applicazione alla vita umana. In risposta all’amore di Dio e agli insegnamenti di Gesù, ciascun cristiano è chiamato a impegnarsi in un dialogo simile con gli altri senza aspettare di essere invitati. La Chiesa, nel proclamare la verità, offre il dono della salvezza a tutti, senza coercizione e nel rispetto della libertà e della dignità di ogni persona umana (Ecclesiam Suam 72-76).

L’ecumenismo, dal termine greco “oikoumene”, che significa “tutto il mondo abitato”, promuove la cooperazione e il ristabilimento dell’unità tra i cristiani, che, come discepoli missionari, sentono il dolore della divisione. Un cristianesimo diviso è uno scandalo per il mondo e un grave ostacolo per la proclamazione di Gesù Cristo. Questo spinge a rafforzare le preghiere e ad impegnarsi maggiormente nelle attività ecumeniche. Così, il movimento ecumenico cerca di realizzare la preghiera di Gesù: “Che tutti siano una cosa sola... perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21).

I cattolici credono che l’unica Chiesa di Cristo sussista nella Chiesa Cattolica, che è governata dal successore di San Pietro e dai Vescovi in comunione con lui (LG, n. 8). Tuttavia, riconosciamo anche che i cattolici condividono la responsabilità della divisione esistente nel Corpo di Cristo. È la grazia di Dio che spinge tutti i cristiani a lavorare per superare le divisioni del passato, a comprendere meglio la loro fede comune in Gesù, a costruire una nuova comunione d’amore attraverso la preghiera e il pentimento, a chiedere perdono per i peccati di divisione passati e presenti, a promuovere la cooperazione e a impegnarsi nel dialogo teologico (UR, n. 3, 4). Tuttavia, la scelta di un’attività ecumenica appropriata varia nei Paesi prevalentemente cattolici o cristiani rispetto a quelli in cui la maggioranza segue religioni diverse.

Le religioni sono l’espressione viva dell’anima di vasti gruppi di persone, che portano in sé i millenni di ricerca di Dio. Poiché Dio desidera la salvezza di tutti attraverso la conoscenza della verità, è dovere primario della Chiesa, guidata dalla carità e dal rispetto della libertà, annunciare a tutti la verità definitivamente rivelata da Gesù Cristo (EN 53, 78). Sebbene il dialogo interreligioso faccia parte della missione ad gentes della Chiesa, tuttavia non è un nuovo metodo di conversione al cristianesimo. Nel dialogo interreligioso, i seguaci di religioni diverse sono incoraggiati ad articolare i contenuti delle loro credenze. Inversamente, è anche un’opportunità per i cristiani di scoprire il raggio di verità presente in queste religioni (NA 2). Nel contesto della diversità religiosa, il dialogo interreligioso non significa solo ascolto dell’altro, comprensione dell’altra religione, ma anche relazioni costruttive con individui e comunità di altre religioni che, nell’obbedienza alla verità e nel rispetto della libertà, mirano alla comprensione reciproca e alla coesistenza pacifica.

Ci sono quattro tipi di dialogo ecumenico e interreligioso: il dialogo della vita (condividere la vita quotidiana ordinaria a casa, al lavoro e nel gioco con persone di fedi diverse); il dialogo dell’azione (lavorare insieme sulla base di valori religiosi e morali condivisi per promuovere il bene comune per il miglioramento della società); il dialogo dello scambio teologico (discussione tra esperti per capire cosa abbiamo in comune e dove si trovano le nostre differenze religiose); e il dialogo dell’esperienza religiosa (condividere i frutti della preghiera e delle pratiche spirituali nella tradizione religiosa dell’altro).

Ogni discepolo missionario deve essere un costruttore di dialogo. Impegnandosi pienamente nel processo di ascolto, condivisione e riflessione, si diventa testimoni potenti e credibili di Dio, che ha iniziato il dialogo della salvezza.

Per la Riflessione e la Condivisione

1. Come ho inteso il dialogo ecumenico e interreligioso prima? Come lo capisco ora?

2. Come posso promuovere attivamente il dialogo nella mia ordinaria vita quotidiana?

Don Alfred Maravilla,
Consigliere Generale per le Missioni

InfoANS

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