Stati Uniti – La piaga dei bambini-soldato: uno sguardo all’impegno salesiano per il loro recupero
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14 Febbraio 2022

(ANS – New Rochelle) – Migliaia di bambini vengono reclutati e utilizzati nei conflitti armati in tutto il mondo. Tra il 2005 e il 2020, sono stati verificati più di 93.000 casi di bambini reclutati e utilizzati dalle parti in conflitto, anche se si ritiene che il numero reale di casi sia molto più alto. Lo ha ricordato l’Unicef in occasione della Giornata Internazionale contro l’Uso dei Bambini in situazioni di Conflitto, celebratisi sabato scorso, 12 febbraio.

“Spesso chiamati ‘bambini soldato’, questi ragazzi e ragazze subiscono forme estese di sfruttamento e abuso che non sono completamente comprese in questo termine”, sottolinea Unicef. Le parti in guerra, infatti, usano i bambini non solo come combattenti, ma anche come esploratori, cuochi, facchini, guardie, messaggeri e altro. Molti, soprattutto le ragazze, sono anche sottoposti a violenza di genere.

Secondo l’ultimo Rapporto annuale del Segretario Generale dell’Onu su minorenni e conflitti armati, nel 2020 le Nazioni Unite hanno verificato 26.425 gravi violazioni, fra cui il reclutamento e l’uso di 8.521 bambini, un numero in aumento rispetto ai 7.750 casi registrati nel 2019.

“I minorenni utilizzati nelle ostilità e nelle guerre affrontano violenze e abusi inimmaginabili e hanno bisogno del nostro sostegno per avere una seconda possibilità nella vita. Per questo, in tutto il mondo, i salesiani lavorano con gli ex bambini-soldato in modo che possano superare i traumi della guerra e reintegrarsi nella società” ha commentato don Gus Baek, Responsabile di Salesian Missions, la Procura Missionaria salesiana con sede a New Rochelle, negli Stati Uniti.

Ad esempio, in Colombia, uno dei Paesi più martoriati dal fenomeno dei bambini-soldato, i salesiani sono attivi con diversi centri e programmi per il loro recupero. Uno dei centri modello è quello di Cali. Al loro arrivo al Centro Don Bosco, i giovani che vengono accolti ricevono un’uniforme e gli strumenti che corrispondono alla professione che hanno scelto di imparare. Ancora più importante, viene data loro la possibilità di recuperare la propria identità personale e iniziare a ricostruire la propria autostima e la fiducia negli altri. Il centro salesiano conta su di un’équipe di professionisti che aiutano i giovani a stabilire un piano di formazione. I giovani possono seguire corsi per diventare elettricisti, meccanici industriali, tecnici di riparazione auto, cuochi, sarti, estetisti, saldatori, operatori informatici, contabili, bibliotecari o segretari. I corsi sono la pietra angolare dello sviluppo, e i giovani vi apprendono anche le norme di sicurezza, come maneggiare macchine e prodotti, e seguono una formazione sulle abilità di vita che li aiuta a recuperare anche la capacità di relazionarsi con gli altri. Attualmente sono 30 i giovani che sono in formazione presso questo centro.

Ma non c’è solo il recupero: anche la prevenzione è importante. Nella città di Bamako, capitale del Mali, il centro di formazione salesiano “Père Michael” sta portando gioia, fornendo educazione e coltivando la pace tra i bambini e i giovani del quartiere Niarela e della periferia della città, funzionando come deterrente per i bambini che vengono reclutati come bambini-soldato. In un Paese che nel giro di 9 mesi, tra il 2020 e il 2021, ha subito due Colpi di Stato, questi ragazzi ricevono l’opportunità di fare sport, imparare la musica e studiare nella sua biblioteca. In questo modo vengono tenuti lontani dalla strada, da abitudini dannose come l’alcol o la droga, acquisiscono competenze utili per il loro presente e futuro, crescono nella sicurezza dei propri mezzi e non finiscono preda di chi vuole impiegarli in conflitti e operazioni più grandi di loro.

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