“Molti bambini nel mondo non hanno la libertà di giocare, di andare a scuola, e finiscono per essere sfruttati come manodopera a basso costo” ha ricordato senza mezzi termini Papa Francesco.
Il lavoro minorile si riferisce a qualsiasi lavoro o attività che privi i bambini della loro infanzia. Si tratta di attività dannose per la loro salute fisica e mentale, che ne impediscono il corretto sviluppo.
Nel lavoro minorile sono incluse tutte quelle forme di schiavitù o pratiche analoghe quali il lavoro forzato, la tratta di bambini e in particolare di bambine, la schiavitù per debiti, la servitù nelle faccende domestiche, i lavori da svolgere per molte ore in un luoghi malsani o in ambienti pericolosi che richiedono l’utilizzo di materiali o strumenti rischiosi.
I bambini lavoratori non sono in grado di ricevere un’educazione normale e saranno destinati a diventare adulti analfabeti, senza possibilità di crescere professionalmente. In molti casi il lavoro minorile mette in pericolo la dignità e la moralità dei bambini, soprattutto quando sono vittime di sfruttamento sessuale, prostituzione o pornografia infantile.
Durante il viaggio nelle Filippine, nel 2015, il Santo Padre dovette cambiare il suo discorso dopo che una bambina di 12 anni gli chiese: “Perché Dio permette la prostituzione infantile? Perché è così poca la gente che ci aiuta?”. E il Papa rimase senza parole. Il pianto di milioni di bambini non raggiunge le nostre orecchie.
Dietro i numeri si nascondono storie vere di infanzie spezzate. Uniamo le nostre voci e diciamo: “NO al lavoro minorile!”