Per la ragazza di Peitingerin, Baviera, quest’anno non ci sono stati biscotti, calendario d’Avvento o albero di Natale: “ho passato il tempo di Natale a 30° C, sotto le palme e sotto il sole”. Dallo scorso settembre per lei e un’altra giovane tedesca, Anna, il “Don Bosco Care Home” di Nilavarapatti è la nuova casa. “Il progetto – racconta – è stato fondato nel 2010. Attualmente i Salesiani offrono una casa a 63 bambini e giovani affetti da HIV”.
La particolarità è che il centro non solo accoglie bambini e ragazzi dai 6 ai 22 anni affetti da HIV, ma anche li accompagna fino a quando non riescono a trovare un lavoro e provvedere a se stessi. Fino ad allora l’opera offre assistenza medica e psicologica, educazione gratuita e un’alimentazione appositamente ricca di proteine e di vitamine, per rafforzare il loro sistema immunitario.
“Il compito mio e di Anna è principalmente stare lì per i ragazzi. Molti di loro hanno perso uno o entrambi i genitori, è importante che abbiano una persona a cui si poter rivolgersi, qualcuno che li ascolti e si prenda cura di loro”.
Le ragazze li aiutano anche nei lavori del mattino: pulire gli ambienti, innaffiare le piante e dar da mangiare agli animali; poi li accompagnano alle rispettive scuole, nelle vicinanze, e insegnano l’Inglese ai più piccoli. Si occupano anche di dare ripetizioni, organizzare le attività pomeridiane e conservare dati clinici. Ad esempio, Marie monitora lo stato del sangue, i farmaci e il peso degli ospiti del centro, e li accompagna anche alle visite all’ospedale.
“Nella situazione attuale servirebbe un medico o un infermiere” spiega. Ma prima bisognerebbe sostituire gli obsoleti e costosi sistemi elettrico e di riscaldamento con altri più moderni, economici ed ecologici.
Per Natale Marie si è impegnata ad “insegnare ai ragazzi ‘Silent Night, Holy Night’” e in cambio lei ed Anna hanno indossato il tradizionale abito indiano “sari”. “Anche questi piccoli gesti esprimono il nostro interesse a conoscere e a sperimentare una cultura diversa” conclude.
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