Cosa vorresti per la formazione dei salesiani?
Spero che la formazione salesiana dia maggiore enfasi alle preoccupazioni cruciali che toccano direttamente i giovani di oggi. I problemi dei giovani di oggi sono diversi dai problemi dei giovani di ieri, questo dovrebbe essere molto sottolineato. E i salesiani dovrebbero stare al passo con i tempi. Spero e prego che la formazione dei salesiani rafforzi i futuri candidati ad essere saldi negli insegnamenti della Chiesa e, allo stesso tempo, a praticare nella loro vita comunitaria la cultura dell’inclusione.
E cosa sogni per la missione condivisa tra salesiani, laici e giovani?
I salesiani sanno essere guide importanti per i giovani, dal punto di vista accademico e spirituale. Sono la personificazione concreta dell’amore di Dio per i giovani. Tuttavia, alle volte trascurano il desiderio innato dei giovani di essere al servizio di Dio e la capacità dei giovani di essere parte della loro missione. Come hanno detto i giovani presenti nel Capitolo Generale 28°: “Noi siamo complementari alla missione, non una parte separata della missione”. Ecco, io sogno un tempo in cui i salesiani coinvolgano i giovani nei processi decisionali importanti.
Sogno un giorno in cui i salesiani e i laici collaboratori della missione lavorino mano nella mano per avvicinare più persone a Dio, specialmente nei luoghi dove la nostra fede non è ancora fiorita. E spero e prego che la cultura del “salesiano da scrivania” sia definitivamente sradicata. Perché insieme ai laici corresponsabili, i salesiani devono essere presenti con i giovani e camminare con loro, non stare a comandare dall’alto.
Cosa ti auguri in merito alla testimonianza personale e comunitaria dei salesiani?
Come ho già detto, i salesiani rappresentano in modo significativo l’amore di Dio per noi giovani e sono orgoglioso di dire che una gran parte di ciò che sono è dovuto alla loro grande opera. Tuttavia, c’è una tendenza a confinare i salesiani nel loro ruolo amministrativo. Spero e prego che ogni salesiano rimanga fedele alla sua missione che è per i giovani. La presenza fisica e l’autentica preoccupazione dei salesiani è fondamentale per lo sviluppo spirituale e personale dei giovani e questo non può essere fatto quando un salesiano è isolato nel suo ufficio, nella sua scrivania.
Cosa ha rappresentato per te trascorre del tempo sui Luoghi di Don Bosco?
Ho sempre sognato di visitare i luoghi in cui Don Bosco era nato e vissuto, ma lo ritenevo un sogno improbabile, un sogno che mi avrebbe richiesto di essere un professionista o di essere economicamente ben sistemato prima di realizzarlo. Insomma, non avrei mai pensato di poter realizzarlo così presto. Sono grato a Dio per questa meravigliosa opportunità e per avermi fatto realizzare cose che ho imparato solo stando nei luoghi santi di Don Bosco.
Quando siamo andati al Colle Don Bosco e a Chieri, ho visto quanto fosse umile e semplice la vita di Don Bosco. Dev’essere stato davvero difficile per lui, perché doveva lavorare tutto il giorno solo per poter studiare. Andare in questi luoghi mi ha insegnato a dare valore le cose che ho adesso e l’educazione che ricevo, mi ha fatto venir voglia di fare del mio meglio in tutto ciò che faccio.
E poi c’è un’altra cosa: un aspetto importante e costante nella vita di Don Bosco è stata la sua fede incondizionata e incrollabile in Dio, unita alla devozione alla Madonna. La sua vita è stata piena di incertezze e di prove, ma ha saputo superarle tutte. Penso che non ci sarebbe riuscito se non fosse stato per la sua fede in Dio. Questo è un principio che vorrei praticare quotidianamente nella mia vita. Spesso mi lascio facilmente influenzare o abbattere da quanto il mondo sia crudele, ma riflettendo e studiando la vita di Don Bosco mi sono reso più resistente, perché il suo esempio mi ha fatto capire che non c’è nulla di cui aver paura, dato che abbiamo un Padre Celeste in Dio e una Madre Celeste in Maria.
Qual è stata la tua esperienza con i Delegati del CG28?
L’esperienza che ho avuto con i miei compagni di gioventù di diverse parti del mondo mi ha fatto capire quanto sia stato grande l’impatto dell’opera di Don Bosco. Indipendentemente dal Paese, dalle tradizioni e dai costumi da cui provenivamo e di cui siamo portatori, l’amore e il carisma di Don Bosco erano radiosamente vivi in tutti noi. All’inizio c’è stata una fase di conoscenza. Ma dopo qualche tempo, ci siamo sentiti veramente fratelli e sorelle, per la familiarità che avevamo con Don Bosco e per l’influenza che ha avuto sulle nostre vite. Il legame si è stabilito rapidamente perché non ci siamo mai sentiti diversi l’uno dall’altro, essendo tutti parte della famiglia di Don Bosco.
L’interazione con loro ha allargato i miei orizzonti: ho conosciuto le realtà e i disagi che ogni singolo ambiente deve affrontare. C’è questa realtà che mentre un ambiente gode della libertà religiosa, un altro fatica a praticare quotidianamente la propria fede o ad esprimersi per vari motivi (dovuti ai governi, all’essere una minoranza religiosa nel proprio Paese…). Aver dialogato con loro mi ha fatto diventare grato per le cose che vivo e di cui beneficio, e mi ha permesso di non chiudere gli occhi sulle realtà, le difficoltà e le prove che affrontano tanti miei fratelli e sorelle.
Cosa ti attendi dal processo successivo al Capitolo Generale?
Il Capitolo Generale è stato davvero meraviglioso e promettente. Le idee e le intuizioni di ogni singolo Delegato hanno saputo rispecchiare davvero le situazioni attuali dei salesiani di oggi. Ha aperto la strada ai salesiani per affrontare i problemi allarmanti che i giovani si trovano ad affrontare oggi, e ha aiutato i salesiani ad essere rilevanti nel complesso, ma pur sempre umano, “mondo digitale” dei giovani.
L’unica preoccupazione che ho è l’attuazione delle cose che sono state discusse nelle singole Ispettorie. Spero e prego che ogni intuizione possa essere attuata con successo in tutte le Ispettorie e in tutte le comunità, nei cortili, nelle scuole, nelle istituzioni…
È necessario che ogni salesiano rifletta e discerna il cammino da percorrere in relazione ai frutti che il 28° Capitolo Generale ha prodotto. Va sottolineato che è attraverso il cammino con i giovani che potremo realizzare ciò che Dio e Don Bosco desiderano per meglio servire i giovani.
Fonte: AustraLasia