Al seminario hanno partecipato i rappresentanti di molte Istituzioni governative, come il Tribunale Minorile, l’Istituto Nazionale per l’Infanzia (INAC) e il Ministero dell’Istruzione e della Polizia di Stato; organizzazioni partner dei Salesiani e del VIS, la Fondazione Arte e Cultura, alcuni volontari dell’Università Cattolica di Luanda (UCAN) e altre associazioni locali di volontariato, che negli anni hanno sostenuto i Salesiani in questo campo.
Le riflessioni effettuate durante la mattinata sono state tutte centrate sul tema della protezione e dell’assistenza ai minori in situazione di rischio, in particolare per quelli in condizione di strada. Grazie agli interventi svolti dai rappresentanti dell’INAC, del Dipartimento di Prevenzione della Criminalità Giovanile del Sistema di Investigazione Criminale (SIC), della Delegazione dell’Unione Europea, dei Salesiani e del VIS è stato possibile approfondire il tema in tutte le sue sfaccettature.
La tematica affrontata da Adjaime de Freitas Cadete – Coordinatore della Rete Salesiana – su “Come comprendere e aiutare a nobilitare la vita dei bambini che vivono per le strade di Luanda” ha illustrato con chiarezza e semplicità quali sono le effettive condizioni di vita dei ragazzi che popolano le vie della città, quali sono le motivazioni che li spingono a lasciare il nido familiare e qual è la proposta d’aiuto offerta dalla Rete Salesiana. L’approccio di Don Bosco è sempre presente nelle azioni effettuate dagli operatori delle diverse équipe: a partire da quella che opera sulla strada ed entra in contatto con i bambini e i giovani in modo interattivo e aperto, fino ai vari centri d’accoglienza e professionali nei quali i ragazzi ricevono un’adeguata istruzione e una formazione professionale e religiosa.
Ad integrare gli aspetti trattati dal Coordinatore della Rete Salesiana sono state le parole del rappresentate dell’INAC, Paulo Kalesi, il quale ha spiegato il “Sistema di protezione infantile per i bambini di strada” previsto dal Governo angolano, con il quale i Salesiani collaborano già da molto tempo.
Si è riflettuto, pertanto, non solo sullo stato di rischio dei minori per strada, ma anche sulle situazioni familiari che essi vivono e da cui sentono il bisogno di allontanarsi. È emerso che la maggior parte di questi minori abbandona la propria casa a motivo di legami e relazioni deboli e frammentati all’interno della propria famiglia d’origine, spesso “ricostruita” e caratterizzata da una situazione economica molto instabile e precaria. Si è giunti dunque alla conclusione che il lavoro svolto dai Salesiani e dal VIS in questo campo deve essere costantemente affiancato, integrato e condiviso con le altre Istituzioni e Organizzazioni che si occupano di tutela e protezione dei diritti dei minori in Angola, come ha affermato il Superiore dei Salesiani, don Victor Sequeira.
Verso il nucleo familiare si è avuto un occhio di riguardo, sempre secondo una prospettiva Salesiana, in quanto considerato il miglior luogo dove un bambino possa crescere, circondato dall’affetto di un padre e una madre. La collaborazione dei Salesiani con il Governo angolano si muove sempre più in questa direzione, cercando di riappacificare e ricongiungere i ragazzi di strada, passati per la Rete, con le loro famiglie.
Ed è il tema dei Diritti Umani e dell’Infanzia (tra i quali rientra anche il diritto ad una famiglia) che ha visto protagonisti i ragazzi dei centri d’accoglienza, i quali hanno dato una loro personale interpretazione del tema posando per alcune fotografie, esposte durante la mattinata, e collaborando alla realizzazione di un video, in cui hanno espresso le loro idee sull’argomento.
Dalle voci di due ex bambini di strada e dalle esibizioni musicali di alcuni ragazzi residenti presso la “Casa Mamã Margarida”, un centro di seconda accoglienza per ragazzi di strada, è stato, infine, possibile mostrare una luce di speranza. Le testimonianze riportate hanno toccato il cuore di tutti i presenti, i ringraziamenti fatti ai Salesiani e agli educatori che hanno accompagnato e creduto in questi due giovani durante il loro percorso di vita hanno motivato ancora di più il lavoro di tutti coloro che ogni giorno camminano affianco ai ragazzi che vivono adesso nei centri d’accoglienza, dimostrando quanto sia importante rendere attuale il modello di Don Bosco nel quotidiano.