Le case salesiane distano molti chilometri dall’area colpita dal ciclone – il cosiddetto “corridoio di Beira”, lungo circa 130 km e abitato da un milione di persone. La Casa Ispettoriale si trova a 1.100 km più a Sud e la presenza più vicina, quella di Tete, dista comunque oltre 500 km.
Questo spiega sia il perché i centri dei Figli di Don Bosco non abbiano subito direttamente danni, a parte a qualche piccolo problema causato dalla pioggia insistente su tutto il Paese; sia perché in questo momento non possano partecipare in prima persona agli aiuti, considerato pure che le vie di accesso alla città di Beira e alla provincia di Sofala sono compromesse e che le comunicazioni con quelle zone sono interrotte da giorni.
Maggiore preoccupazione c’è invece per diversi allievi dei centri salesiani, che usualmente risiedono nei convitti degli istituti e che hanno le famiglie d’origine nelle aree colpite dal ciclone.
Intanto, come parte della Conferenza dei Religiosi del Mozambico, i Figli spirituali di Don Bosco si stanno adoperando per favorire la raccolta di denaro in favore della Caritas e di ONG come “Medici Senza Frontiere”, per le operazioni di primo soccorso, sia in vista della ricostruzione.
Inoltre, all’interno dei centri educativi stanno promuovendo la raccolta di tutti quei generi di prima necessità (cibo, medicine, vestiti, acqua potabile) per convogliarli ai soccorritori presenti sui luoghi colpiti dal ciclone Idai.
“Ringraziamo tutti quanti per le preghiere e la solidarietà mostrata finora. Continuate ad aiutarci” ha affermato il Superiore della Visitatoria del Mozambico, don Marco Biaggi.