“È stato un momento bellissimo, in cui si è potuto toccare il cuore di Dio espresso nelle pieghe della storia” ha commentato don Martoglio nella serata di lunedì 10, durante la “buonanotte salesiana” offerta ai suoi confratelli della Sede Centrale Salesiana, in cui ha ripercorso le tappe più significative e gli aspetti più rilevanti di questo fine-settimana di festa.
Il Vicario del Rettor Maggiore è arrivato a Bratislava nella giornata di venerdì 6 settembre e tra i primi appuntamenti ha preso parte ad una conferenza stampa organizzata dall’Ispettoria “Maria Ausiliatrice” della Slovacchia (SLK) per diffondere in patria il senso e le prospettive di questo centenario.
Nell’occasione, affiancato dall’Ispettore di SLK, don Peter Timko, don Martoglio ha sottolineato il contributo della “poco appariscente” Ispettoria slovacca, che però ha inviato salesiani finora in 52 Paesi del mondo e ha avuto un ricco impatto internazionale. “È interessante che un piccolo Paese nel cuore dell’Europa sia stato in grado di adattarsi ai cambiamenti portati dai tempi molto difficili e impegnativi del passato, e sia quindi molto vitale”, ha affermato nell’occasione.
Ripercorrendo la storia dei salesiani di Slovacchia, don Martoglio ha ricordato che essa prese vita nel 1924, dopo “il terremoto” della I Guerra Mondiale, quando i Figli di Don Bosco vennero invitati “non da un vescovo, ma da tutta la Conferenza Episcopale Cecoslovacca”.
Le celebrazioni del centenario sono proseguite, nella giornata centrale del fine-settimana, nel Palazzetto dello Sport “Gopass Arena” di Bratislava, riempito da giovani e membri della Famiglia Salesiana festanti. Al mattino don Martoglio ha presieduto la solenne Eucaristia, nella quale ha invitato tutti i presenti a sentire la presenza di Dio nella loro vita, ad avere coraggio e ad impegnarsi nell’educazione. Successivamente è iniziato un grande spettacolo, che ha alternato musica, festa, danze, esibizioni di rinomati artisti, tornei sportivi, interviste e interventi di salesiani e personalità della Famiglia Salesiana.
In serata, dopo una l’intera giornata di festa e la presentazione di un grande musical giovanile, ha avuto luogo un’intensa adorazione eucaristica, introdotta dal pensiero della “buonanotte salesiana” di don Timko, che davanti alle migliaia di persone presenti ha dato lettura del messaggio inviato dal Santo Padre a motivo del centenario, dove è scritto, tra l’altro:
“È con gioia e gratitudine che mi unisco a questa celebrazione del centenario della presenza della spiritualità salesiana nella terra dei santi Cirillo e Metodio. Questo secolo di servizio in Slovacchia è un segno luminoso dell’amore e della devozione che i salesiani hanno portato nella vostra regione. La spiritualità salesiana, ispirandosi all’esempio di San Giovanni Bosco, è di fondamentale importanza per la nostra Chiesa. Sostiene l’amore autentico per il prossimo e l'impegno nell’educazione dei giovani, aiuta a creare comunità centrate sul bene comune e sulla crescita integrale di ogni individuo (…) Rendo grazie al Signore per questo centenario del servizio dei Salesiani e per i frutti del loro lavoro. Prego affinché la loro missione continui a fiorire e ad ispirare le nuove generazioni a vivere nella fede, nella speranza e nell'amore”.
Domenica, infine, presso il santuario mariano di Šaštín, ha avuto luogo la celebrazione conclusiva, alla presenza di numerosi vescovi e del Nunzio Apostolico nel Paese, Mons. Nicola Girasoli, che ha presieduto il rito. Già prima della Messa – trasmessa in diretta sull’emittente nazionale cattolica TV Lux – diversi rappresentanti dell’Ispettoria, insieme a don Martoglio, si erano recati sulle tombe dei salesiani a Šaštín per pregare in silenzio e ringraziare tutti i Figli di Don Bosco che hanno scritto la storia dei salesiani in Slovacchia.
Poi, durante la Messa, concelebrata anche dal vescovo salesiano slovacco Mons. Vladimír Fekete, Vescovo di Baku, in Azerbaigian, il Nunzio ha portato l’attenzione dei partecipanti sul sogno di Don Bosco e dei primi salesiani, iniziato 100 anni fa; ha citato, come coronamento di questo servizio, il martirio del Beato Titus Zeman; e ha invitato a guardare con coraggio al futuro e alle sfide che l’attualità sociale pone alla Chiesa e alla Congregazione.
“Molto significativa è stata, nella circostanza, la restituzione e la conferma del mandato della Chiesa ai salesiani, che ha rinnovato l’impegno ricevuto un secolo fa” ha concluso, infine, don Martoglio.
I primi salesiani ad arrivare in Slovacchia furono, don Jozef Bokor e don Viliam Vagač, che giunsero a Šaštín l’8 Settembre 1924, inviati dall’allora Rettor Maggiore, Don Filippo Rinaldi, e accompagnati da don Pietro Tirone. Šaštín fu eletta tra le tre opzioni offerte per un motivo materiale e uno spirituale: la città era già collegata con la ferrovia e ospitava il santuario mariano nazionale, dedicato a Maria Addolorata.
La presenza salesiana, dapprima dipendente dai salesiani della Polonia, divenne presto Ispettoria autonoma e diede inizio ad un rapido sviluppo di opere e apostolati, ma venne travolta anch’essa dallo sconvolgimento operato dalla II Guerra Mondiale, prima, e dall’instaurazione del regime comunista poi. Iniziarono così per i salesiani slovacchi i lunghi decenni della clandestinità, nei quali i Figli di Don Bosco seppero affrontare con fede e tenacia, complessivamente, ben 365 anni di carcere, mantenendo, però, nella prova, l’identità e l’amore per Dio e i giovani.
Dagli inizi degli anni ‘90 i salesiani hanno ricominciato le dimensioni pastorali tradizionali, con una significatività e fecondità pastorali e vocazionali che non sono da non sottovalutare: oggi l’Ispettoria slovacca conta quasi 180 fratelli, i salesiani lavorano in ogni distretto e gestiscono numerose tipologie di opere, da anni contano sempre dei novizi in formazione e sono accompagnati dalla presenza di una Famiglia Salesiana molto vivace e attiva.