L’ultimo bollettino della Protezione civile riferisce 90 morti, 132 dispersi e 361 feriti. Oltre 200mila persone sono state costrette a lasciare le proprie case, di cui 48.147 sono già ospitate in strutture di emergenza. Oltre un 1,3 milioni dei complessivi 11,4 milioni di abitanti hanno riportato danni a causa dell’ondata di maltempo che ha colpito - con differente intensità - 388 dei 497 municipi.
A Porto Alegre, il capoluogo dello stato, il 5 maggio il livello del fiume Guaíba ha raggiunto i 5,30 metri, ben al di sopra del record di 4,76 metri stabilito durante l’alluvione del 1941. Molte case sono sommerse fino al tetto. Varie località sono rimaste isolate a causa delle frane e del crollo dei ponti, complicando il lavoro dei soccorritori. Il governo federale ha affermato di aver inviato nello stato quasi quattordicimila militari.
Il 6 maggio ha smesso di piovere, ma molte zone sono ancora allagate e la consegna di beni di prima necessità alla popolazione incontra molti ostacoli. E nuove precipitazioni sono inoltre previste a partire dall’8 maggio.
Tra le vittime dell’alluvione ci sono diversi collaboratori di tre centri salesiani di Porto Alegre. Secondo il Superiore dei salesiani dell’Ispettoria “San Pio X” di Brasile-Porto Alegre (BPA), don Ademir Ricardo Cwendrych, circa 17 famiglie di insegnanti e altri dipendenti della Casa Ispettoriale, della scuola “Don Bosco” e dell’Opera Sociale di Viamão hanno subito perdite totali o parziali. “Stiamo mettendo in atto le nostre strutture e condizioni per assistere coloro che stanno attraversando queste difficoltà”, ha testimoniato.
Per questo motivo, l’Ispettoria di BPA ha lanciato una richiesta di aiuto alla Famiglia Salesiana di tutto il Brasile. “Vi prego di diffondere questa notizia ai salesiani e agli amici di Don Bosco in Brasile, in modo da poter fare del bene non appena le condizioni lo permetteranno!”, è stata la richiesta di don Cwendrych.
Sempre stando alle comunicazioni ufficiali dell’Ispettoria, i salesiani di BPA sono al sicuro e stanno bene. La preoccupazione ora è per i collaboratori, gli studenti e gli altri destinatari delle opere salesiane che stanno soffrendo per questa calamità naturale. “La situazione diventa ogni giorno più grave. Anche se oggi (5 maggio, NdR) il sole ha brillato un po’ qui nel Rio Grande do Sul, la sensazione e il clima sono pesanti e preoccupanti”, ha detto.
Continua intanto la corsa contro il tempo della macchina dei soccorsi per salvare le migliaia di persone ancora isolate. In tutto le forze armate, la protezione civile e i numerosi volontari hanno già tratto in salvo oltre 50mila persone rimaste bloccate nelle proprie case, sui tetti degli edifici o in rifugi di fortuna.
E in tutto il Paese e anche oltre il Brasile è partita la gara della solidarietà: i salesiani di diverse Ispettorie hanno pubblicato i loro appelli per raccogliere donazioni, cibo, vestiti e generi di prima necessità per soccorrere gli sfollati a causa delle alluvioni, mentre quelli impegnati sul territorio devastate dalle acque agiscono già in prima persona.
Il centro sociale “Padre Pedro Leonardi”, situato nel quartiere Restinga di Porto Alegre, sta raccogliendo le donazioni di asciugamani, materiale per l’igiene e la pulizia per assistere meglio le famiglie sfollate della regione, e le famiglie indigene sono già state accolte nella sala parrocchiale della parrocchia “Maria Ausiliatrice” sempre a Restinga.
E anche la parrocchia “Santa Maria delle Grazie” di Canoas sta raccogliendo alimenti non deperibili, snack, latte, acqua potabile, prodotti per l’igiene personale e la pulizia e biancheria da letto, da destinare a chi, in questo momento, ha perso praticamente tutti i propri averi.
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