RMG – Le Strenne dei Rettori Maggiori Salesiani: Don Ricaldone

18 Dicembre 2023

(ANS – Roma) – Il “quinto Don Bosco” come veniva affettuosamente chiamato, cioè il IV Successore di Don Bosco alla guida della Congregazione, fu don Pietro Ricaldone. Egli fu Rettor Maggiore per quasi 20 anni (1932-1951) e visse in un’epoca in cui il contatto diretto con il fondatore per ragioni anagrafiche iniziava a finire meno. Per questo si adoperò molto per riuscire a far tramandare correttamente la tradizione salesiana, e venne anche definito “il ‘codificatore’ dello spirito di Don Bosco”.

Chiamato a consolidare non solo lo spirito, ma anche la missione salesiana e di conseguenza le strutture che la sostenevano in un periodo di forte espansione e non poche soddisfazioni – durante il suo lungo rettorato venne canonizzato Don Bosco (1934) e beatificati Madre Mazzarello (1938) e Domenico Savio (1950) – egli si profuse su vari fronti: promosse e ampliò la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino; mise le basi della futura Libreria della Dottrina Cristiana, l’editrice “LDC”, per la formazione degli insegnanti di religione, promuovendo testi e sussidi didattici; ottenne, nel 1940, dalla Sacra Congregazione il decreto con il quale si erigeva a Torino il Pontificio Ateneo Salesiano (PAS); lavorò per la costruzione del Tempio di Don Bosco al Colle e per realizzare, sempre al Colle, una Scuola Professionale altamente qualificata.

Al tempo stesso, non vanno dimenticate le pagine buie che dovette affrontare, come la Seconda Guerra Mondiale e le persecuzioni religiose in Spagna. Sempre rimasero, in lui, comunque, l’abbandono alla Divina Provvidenza e l’impegno a trasmettere Don Bosco nella sua forma genuina e integrale.

Con lui, inoltre, iniziano ad emergere alcuni dei tratti tipici della modernità e del ruolo del Rettor Maggiore così come si è soliti intenderlo oggi: ad esempio, fu il primo ad iniziare a fare il giro del mondo per incontrare tutti i suoi confratelli ovunque sparsi.

Anche con riferimento alla strenna, di cui ci sono tutti gli esemplari trascritti negli Atti del Consiglio Superiore, fu in grado di unire tradizione e innovazione: se è vero che anche lui mantiene lo sguardo fisso su Don Bosco e che la forma adottata è ormai quella breve e concisa, è anche vero che egli fu il primo a pubblicare un “Commento” particolare alla strenna.

Inoltre, con lui la strenna diventa sempre più un messaggio e un invito per la Famiglia Salesiana tutta, cessando di essere un canale diversificato a seconda dei destinatari (unica eccezione, quella del 1935).

La sua prima strenna è stata quella sulla virtù teologale della Carità (1933), quasi a farne un manifesto programmatico, che rimanda al cuore del Vangelo e della vita di Don Bosco.

Diverse strenne, invece, sono legate ad alcuni avvenimenti particolari storici, di cui Don Ricaldone approfitta per farle entrare in un progetto ben studiato di conoscenza ed attualità di Don Bosco. In tal senso, ad esempio, l’onore degli altari di alcuni grandi testimoni salesiani non poteva passare inosservata nelle sue strenne.

Altre strenne – tutte del periodo bellico e post-bellico – completano il ciclo delle virtù teologali e delle quattro virtù cardinali, e costituiscono quindi anche un invito ad affrontare le varie vicissitudini della vita con fede, speranza e carità, e a farsi forza con la prudenza, la giustizia, la temperanza per poter cambiare il mondo in meglio.

Un altro gruppo di strenne di Don Ricaldone mettono ancora in luce Don Bosco, proponendolo come modello del salesiano e dei giovani per attuare i suoi tre grandi amori: Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice, il Papa.

Tra gli altri temi più frequenti vi è infine certamente anche il lavoro, il quale, sia di tipo intellettuale, sia di tipo organizzativo, fu un punto forte della sua vita (don Ricaldone scrisse anche molto, di educazione, agraria, formazione salesiana e spiritualità, ricevendo anche dei riconoscimenti per questo).

Né possono sembrare fuori contesto altri argomenti anch’essi propri di Don Bosco e validi per qualsiasi suo discepolo: l’amore per i giovani (1951), la povertà (1936) e l’umiltà (1952).

Ecco, di seguito, tutte le Strenne lasciate da don Ricaldone alla Famiglia Salesiana:

1933: A tutti: “Pensiamo bene di tutti, parliamo bene di tutti, facciamo del bene a tutti”.

1934 (Canonizzazione di Don Bosco): “Don Bosco ci stimoli a santificarci con la purezza della vita. Santità è purezza”.

1935: - A tutti: “Fedeltà nel seguire in tutto e per tutto gli insegnamenti di San Giovanni Bosco”.

- Ai salesiani: “Fedeltà alle Costituzioni, ai Regolamenti, alle tradizioni, ai metodi, alle opere proprie della Congregazione”.

- Agli allievi: “Fedeltà al loro Regolamento e alla tradizione eucaristica”.

Agli Exallievi: “Ogni loro casa sia una vera piccola casa salesiana ove il nostro Padre regni soave col suo spirito”.

1936: “La conoscenza, l’amore, la pratica della povertà evangelica ci procura felicità temporale e beni eterni”.

1937: “Coltiviamo la pietà eucaristica secondo gli insegnamenti e la pratica di Don Bosco Santo”.

1938: “Santifichiamo il lavoro collo spirito e nelle opere di Don Bosco Santo”.

1939: “Sull’esempio e con lo spirito di S. Giovanni Bosco santifichiamo l’allegria, le ricreazioni, i divertimenti”.

1940: “San Giovanni Bosco ci invita a mantenere sempre e praticamente nel massimo onore, nelle nostre case e in particolare negli Oratori Festivi, l’insegnamento catechistico e la formazione religiosa”.

1941: “Per commemorare la prima Messa celebrata da S. Giovanni Bosco il 6 giugno 1841 onoriamo il Sacerdozio Cattolico facendone conoscere le grandezze e fomentando con zelo le vocazioni sacerdotali”.

1942: “Viviamo intensamente la vita della carità. Carità verso Dio, amandolo sopra tutte le persone e cose; carità verso il prossimo nei pensieri, nelle parole, nelle opere”.

1943: “Apriamo il cuore alla speranza: Iddio è nostro Padre. Ci è Madre Maria Ausiliatrice. Dal Cielo veglia su di noi, Padre, Maestro, Guida, S. Giovanni Bosco”.

1944: “Accostiamoci a Dio con pienezza di Fede”.

1945: “Massima prudenza nelle parole e nelle opere”.

1946: “Pratichiamo la virtù della giustizia verso Dio e Verso il prossimo”.

1947: “SIAMO FORTI: - nel vincere le passioni; - nel sopportare e superare le prove; - nel conquistare molte anime a Dio”.

1948: “Pratichiamo la virtù della temperanza nell’uso dei sensi e nelle cure del corpo”.

1949: “Accresciamo in noi e propaghiamo ovunque e fra tutti la devozione a Maria Ausiliatrice”.

1950 (Anno Santo): “Conoscere, amare, difendere il Papa”.      

1951 (Beatificazione San Domenico Savio): “Il Beato Domenico Savio c’incoraggia a praticare fedelmente il sistema educativo di San Giovanni Bosco”.

1952: “In questo mondo, sconvolto dalla superbia, urge praticare l’umiltà. L’umiltà è splendore di verità. L’umiltà rende gioconda la vita nelle famiglie, nelle comunità e nella società. L’umiltà è scudo sicuro della castità”.    

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