Uno dei settori che maggiormente ha risentito della presenza e diffusione del virus è il sistema educativo. La pandemia ha portato alla chiusura di scuole e università, a partire da marzo 2020. Questa situazione ha messo le autorità, il Ministero dell’Educazione, gli istituti, i genitori e gli studenti in una situazione senza precedenti.
Sono più di 26 milioni i giovani e i bambini che non possono frequentare la scuola.
Il Ministero afferma che sta studiando le condizioni per riaprire le scuole, ma che non è ancora stata trovata una soluzione. Basti pensare che le scuole etiopi accolgono mediamente tra i 50 e i 60 studenti in una sola classe. Di conseguenza, è molto difficile mantenere la distanza sicurezza tra gli studenti, dato che un solo banco viene generalmente condiviso tra 2-3 ragazzi.
Nonostante le preoccupazioni di scuole e sindacati, dunque, tutti gli edifici scolastici, compresi quelli salesiani, restano chiusi. I centri di formazione professionale, al momento, stanno valutando di ripartire, accogliendo soltanto un numero limitato di studenti.
Gli interventi dei salesiani in Etiopia, tuttavia, non si sono limitati al campo dell’educazione e della scuola. In questi mesi, le risorse messe a disposizione dai salesiani sono state investite anche per l’acquisto e la distribuzione di beni di prima necessità, come materiali sanitari, razioni di cibo, contenitori per l’acqua, vestiti e coperte. Inoltre, sono stati numerosi i programmi di sensibilizzazione per aumentare tra la popolazione la consapevolezza sul virus e sui rischi che esso comporta.
Alla lotta contro Covid-19 hanno preso parte i salesiani di tutte le comunità presenti in Etiopia, insieme alle religiose cappuccine e orsoline, e a diversi laici collaboratori nella missione.
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