Più di 30 partecipanti, partendo da una presentazione della realtà della scuola salesiana in Europa, hanno lavorato alla “Carta d’identità della Scuola Salesiana in Europa”, documento avviato più di 15 anni fa.

“È un testo semplice, ma programmatico, che deve essere aggiornato ai tempi, agli spazi e agli attori del lavoro educativo del XXI secolo” ha commentato don Tarcizio Morais, responsabile dell’Ufficio Scuola e Formazione Professionale del Dicastero per la Pastorale Giovanile. “In questo lavoro abbiamo posto non solo la prospettiva del contenuto, ma anche del rinnovamento dell’identità, rispondendo a quanto ci propone Papa Francesco in Christus Vivit, nell’esercizio della ‘sinodalità’ (del camminare insieme, con tutti, anche con gli studenti) nell’esercizio dell’‘autocritica’ e della risposta pastorale in questo ‘luogo privilegiato per la promozione della persona’”.

La “Carta d’Identità della Scuola Salesiana in Europa” è nata da un processo di sintesi che a suo tempo i vari responsabili delle scuole in Europa vollero offrire alle comunità educativo-pastorali. Oggi questa “Carta d’Identità” ha nuovi orizzonti, che nascono dall’integrazione di nuove dimensioni educative a quell’epoca non presenti.

Nel mondo in continuo sviluppo dei “nativi digitali”, con una cultura sempre più secolarizzata, davanti ai fondamentali cambiamenti educativi e dell’ambiente socio-politico, alla diminuzione dei consacrati (SDB-FMA) e alla crescente e motivante presenza di laici corresponsabili della missione educativa, è necessario un rinnovamento dell’identità, in continuità con il progetto Don Bosco per i giovani.

Per meglio comprendere la realtà delle scuole in Europa, è stato presentato anche l’“Educo-barometro”, uno strumento di studio e di riflessione che sarà applicato ai responsabili e Direttori delle scuole salesiane in Europa.

“Come Scuola Europea, vogliamo continuare a crescere nell’identità, per rispondere alle sfide che i giovani, le loro famiglie, i nuovi contesti sociali, culturali ed economici e le nuove dinamiche pedagogiche ci offrono: ce lo richiedono i tempi e a nostra vocazione educativa salesiana ed ecclesiale” ha commentato in conclusione don Morais.

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