Augusta è orfana, ha vissuto per strada da quando aveva 6 anni ed è stata costretta alla prostituzione per sopravvivere; è stata con ogni genere di uomo, fino all’età di 16 anni, quando è stata salvata dai salesiani di “Don Bosco Fambul”. Una ragazza che appariva solo nei registri sanitari della città, nella casa salesiana è tornata a pronunciare il suo nome, il suo vero nome, quello che non doveva essere pronunciato per le strade della città. Ora ha 20 anni e ha realizzato il suo sogno incontrando il Papa a Roma. Brevemente ha raccontato al Santo Padre la sua storia, e il Papa si è commosso e l’ha benedetta e, con lei, ha benedetto tante ragazze che hanno vissuto e vivono esperienze simili di miseria e sfruttamento.
Augusta è la protagonista di una catena di "coincidenze".
È difficile per don Crisafulli non commuoversi quando parla dei ragazzi e delle ragazze che ha salvato dalle strade di Freetown, e ancor più quando pensa a quelli che ha perso. Insieme ad altri salesiani esce alle prime ore del mattino per visitare i luoghi dove solitamente si rifugiano queste ragazze sessualmente sfruttate, di età compresa tra i 6 e i 14 anni, e porta loro del cibo caldo, delle medicine e soprattutto la proposta di una casa sicura lontana da quell’inferno. Questo gruppo di salesiani è il secondo attore di questa catena.
Dalla Spagna, un gruppo di professionisti impegnati cerca di rendere visibile agli occhi del mondo la realtà dello sfruttamento minorile. Da Madrid si reca a Freetown, per percorrerne le strade, insieme ai salesiani, alla ricerca di testimonianze di questo dramma umano, in modo tale che il silenzio non sia complice di questa realtà. Essi sono il terzo attore.
Una ragazza “guerriera”, un gruppo di religiosi e un mezzo di comunicazione si incontrano in quella che a molti sembrerebbe solo una coincidenza.
La testimonianza della ragazza, la vocazione dei salesiani e la capacità professionale di un mezzo di comunicazione, unite nel rendere visibile una realtà finora negata dal governo della Sierra Leone, sono riuscite ad avere accesso e ad incidere in profondità nei forum internazionali e nella sfera governativa, producendo un cambiamento persino nelle leggi che puniscono la tratta dei minori.
“Coincidenze” di questo tipo sono inimmaginabili, quasi magiche, improbabili nella vita reale; è come se ci fossero connessioni tra eventi, persone o informazioni attraverso fili invisibili che possiamo solo intravedere per qualche momento. Secondo lo psichiatra svizzero Carl Jung non si tratta di una casualità, ma di sincronia, uno degli aspetti più enigmatici e sorprendenti del nostro universo. Jung giunse alla conclusione che esiste una connessione intima tra l’individuo e il suo ambiente, che in certi momenti esercita un’attrazione che finisce per creare quelle circostanze particolari che chiamiamo “coincidenze”. Forse questa è una delle tante leggi universali che non può essere messa alla prova con troppa certezza, ma che ha comunque regolato la vita di una moltitudine di persone ed è presente in tutta la storia dell’umanità. Secondo la fede e la tradizione ereditata da Don Bosco, la chiamiamo "Provvidenza".
E se sappiamo come ascoltarla, può diventare una buona guida per le nostre vite.
