Anna, o Anka come la chiamavano i suoi cari, era nata nel villaggio di Vysoka nad Uhom, nella Slovacchia dell’Est, in una famiglia profondamente religiosa che la fece battezzare il giorno dopo la nascita. Poi, all’età di dieci anni ricevette l’Eucaristia e confermò successivamente la sua fede con la Cresima.
La sua vita procedeva tranquilla fin quando, con l’avanzata del fronte sovietico, l’armata russa occupò il suo villaggio. Durante un raid dell’Armata Rossa, il 22 novembre 1944, Anka e i suoi si nascosero, ma un soldato li scoprì e, nonostante i tentativi del padre di rabbonirlo, lui iniziò a fare avances alla giovane. Lei oppose resistenza, per difendere la sua castità. La reazione del soldato fu la più terribile: la uccise davanti ai suoi familiari.
A causa della difficile situazione, i suoi parenti dovettero celebrare il rito funebre in segreto e solo dopo la caduta del regime si tornò a parlare di questa eroica ragazza, morta per difendere la sua purezza. I giovani iniziarono allora ad andare nel cimitero del villaggio e a pregare sulla sua tomba, dove è inciso il motto di Domenico Savio: “La morte, ma non i peccati”.
Lo stesso motto ispirò tutta la vita di un’altra giovanissima Beata, Teresa Bracco. Nata a Santa Giulia, oggi frazione di Dego, in provincia di Savona, era cresciuta in una famiglia profondamente religiosa e fin da piccola mostrò una singolare inclinazione alla pietà. Nel 1931 ricevette la Comunione e due anni dopo la Cresima. La sua vita spirituale cresceva di giorno in giorno. Fu molto colpita da un’immagine di Domenico Savio recante il suo famoso motto “La morte, ma non peccati”, così la collocò in capo al letto e ne fece il programma della sua vita.
La sua vita fu sconvolta nell’agosto del 1944, quando le truppe naziste occuparono il suo paese. Durante la fuga venne catturata da un soldato che provò ad abusare di lei. Lei lottò coraggiosamente per difendere la sua castità e questo le costò la vita. Il soldato la uccise con un colpo di pistola.
Anna e Teresa hanno difeso la propria purezza a costo della vita, tenendo fede fino alla fine al motto di Domenico Savio “La morte, ma non i peccati”, che aveva ispirato tutta la loro esistenza.