Piemontese di Trivero, classe 1941, entrò in contatto con i Salesiani nella colonia estiva di Vallecrosia. Accompagnato da una famiglia solida, entrò in aspirantato a Casale Monferrato nel 1952 e fu ordinato sacerdote nel 1968. Poi vari anni di servizio nelle comunità del Piemonte, fino al 1980, quando, dopo una sentita preghiera mise per iscritto la sua disponibilità per il Progetto Africa. Una disponibilità data quasi senza avere piena consapevolezza di quanto veniva offerto, ma che a distanza di anni ha portato molto frutto.
Venne assegnato con il Salesiano Coadiutore Giovanni Patrucco alla missione nella diocesi di Ondo, in Nigeria, dove giunse a settembre del 1982. Quattro mesi a studiare la lingua locale, quindi la meta definitiva: la parrocchia “San Patrizio” a Ile-Oliji.
“Una meravigliosa avventura era cominciata! Tutto era da inventare! La Provvidenza arrivava sempre nel momento giusto. Cominciammo un oratorio che al pomeriggio raccoglieva tantissimi giovani. Più tardi prese vita il progetto della scuola tecnico – professionale. Nel giro di pochi anni sono cresciuti i laboratori di saldatura, meccanica, falegnameria, informatica, meccanica” ricorda con piacere don Spagnolo.
Oggi si trova nella missione di Ijebu-Ode. “I cattolici, i giovani e la gente gradualmente ci hanno conosciuto e apprezzato – prosegue il Salesiano –. A dicembre 2016 il vescovo ha costituito parrocchia la nostra piccola comunità, una parrocchia senza casa parrocchiale e con la chiesa ‘senza tetto’”.
“Don Bosco è fatto per i giovani africani e i giovani africani sono fatti per Don Bosco” gli disse Don Egidio Viganò, allora Rettor Maggiore, prima che partisse. Ora, a 76 anni d’età, di cui quasi la metà spesi in missione, quelle parole sono ancora di sprone per don Spagnolo, che vede con chiarezza la bontà di quella donazione missionaria: “il 16 luglio sono stati ordinati in Nigeria 6 sacerdoti della Circoscrizione Piemonte Valle d’Aosta. Scherzando, ma anche parlando sul serio, dico che il nostro futuro è nero. E lo dico con la gioia nel cuore e la gratitudine al Signore”.
“La vocazione salesiana è onnicomprensiva: ci dà il senso di Dio e di lavorare incondizionatamente per il suo Regno, totalmente liberi; ci dà la gioia della comunità che ci sostiene in ogni circostanza; ci offre un campo d’azione stupendo: stare e lavorare con i giovani ed essere vicino alla gente con lo spirito di Don Bosco gratifica immensamente. Ci si dona, ci si sacrifica, si ama e si è ricambiati” conclude don Spagnolo.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito: “Missioni Don Bosco”