Albania – Don Bosco rafforza l’unità tra Cristiani e Musulmani
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17 Luglio 2017

(ANS – Tirana) – “Quanto accade in Albania – diceva Papa Francesco a Tirana, nel settembre 2014 - dimostra che la pacifica e fruttuosa convivenza tra persone e comunità appartenenti a religioni diverse è non solo auspicabile, ma concretamente possibile”. Nel custodire e incrementare i valori del rispetto e dell’impegno comune per la promozione degli esseri umani, la scuola svolge un ruolo insostituibile. E di questo ne è oggi un felice esempio il grande “Centro Don Bosko” di Tirana, frequentato da oltre 1000 bambini e ragazzi cattolici, ortodossi e musulmani.

di Cristina Uguccioni

Sorto nel 1993, comprende una scuola dalle elementari al liceo, un Centro di Formazione Professionale, l’oratorio, un centro diurno per bambini di strada, oltre alla parrocchia di Maria Ausiliatrice. In totale vi operano 80 tra insegnanti, istruttori, animatori ed educatori a vario titolo, di fede cristiana e islamica.

Nonostante decenni di prove e sofferenze sotto il regime comunista, la fede non è venuta meno nel cuore degli Albanesi. Anzi, “l’allontanamento forzato da Dio imposto dal regime ha dato involontariamente l’opportunità ai fedeli di stringere un legame profondo con l’Onnipotente”, sostiene Evis Myftaraj, 31 anni, insegnante di lingua italiana.

Le comuni sofferenze patite, insieme alla fiducia nei positivi valori che le religioni possono trasmettere, fanno sì che oggi l’Albania sia un modello di pacifica convivenza e collaborazione tra i fedeli di credo diverso.

“Dopo la caduta del regime noi missionari constatammo nel popolo la gioia di poter tornare a vivere la fede apertamente, senza più doversi nascondere – racconta il Direttore del Centro, don Matteo Di Fiore, 67 anni, di cui 19 trascorsi in Albania e Kosovo –. Cristiani e Musulmani mostravano il desiderio di riscoprire il tesoro che avevano custodito segretamente. Da alcuni anni la situazione è mutata, siamo entrati in una nuova fase: è il tempo della maturità, del consolidamento della fede. Per i Cattolici, e più in generale per i Cristiani, ciò implica lo sforzo di conformare le scelte quotidiane agli insegnamenti evangelici”. 

I modelli consumistici occidentali, infatti, influenzano anche i ragazzi albanesi. Per questo “le strutture come la nostra di Tirana sono importanti: perché offrono alla gioventù un solido sistema di valori” afferma Orieta segretaria del CFP salesiano.

Anche i Musulmani infatti apprezzano il sistema educativo salesiano, che a partire dai suoi 3 pilasti – ragione, religione, amorevolezza – si articola in accoglienza, dialogo e confronto, rispetto e promozione della dimensione religiosa come dimensione costituiva dell’essere umano, stile premuroso e attento a tutti, soprattutto a chi ha più bisogno… Inoltre il metodo salesiano responsabilizza i ragazzi e chiede agli educatori professionalità e saldezza morale, in modo da essere di esempio agli studenti.

L’esempio di persone autenticamente religiose, di diverse religioni, che vivono e lavorano insieme in armonia e in pace, può insegnare “il rispetto, l’amore e la tolleranza reciproca” conclude Elona, docente di lingua e letteratura albanese.

E la missione dell’insegnamento così praticata, attenta alla qualità dell’educazione e non solo alla efficienza dell’istruzione, edifica e nutre i legami tra le generazioni e tra le persone, anche di fede diversa.

Fonte: La Stampa

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