Hanno incontrato i Salesiani, con il Direttore don George Fattal, che le hanno accolte e offerto loro il pranzo e abbondanti viveri da portare nella vecchia casa ad Aleppo; i Cavalieri di Malta che condividono la proprietà della casa e con loro si sono studiate le possibilità del restauro e delle future attività a favore della missione; i sacerdoti Melchiti della Chiesa dedicata a Santa Teresina di Gesù Bambino, Padre Bassam Ashaji e Padre Joseph Katat, che hanno promesso collaborazione e hanno incoraggiato il ritorno; il vescovo latino della Siria, mons. George Abou Khazen che ha dato la sua benedizione; e tanti altri amici tra cui le Suore di Madre Teresa di Calcutta, che hanno partecipato all’Eucaristia presieduta dal vescovo, le Suore di San Giuseppe, le Sorelle dell’Ospedale San Louis, le Sorelle Carmelitane, le Suore Armene, le donne, i giovani, i vicini.
Aleppo sta riprendendo vita. La realtà è cruda. La distruzione è quasi totale per una buona parte della città. I morti sono migliaia oltre i dispersi, gli orfani, gli sfollati. Si parla di 1500 aziende distrutte e derubate. Attualmente c’è l’acqua, dopo un periodo di ristrettezze, invece l’elettricità è fornita solo per un’ora al giorno e alla notte.
È faticoso il ritorno degli Aleppini a causa dell’insicurezza della strada che conduce alla città. Chilometri di stradine si fanno tra i villaggi sfollati e distrutti in mezzo all’immensità di terreni occupati dai miliziani di vari gruppi.
La casa delle suore è piena di polvere. Le condutture dell’acqua, rotte o arrugginite, sono rovinati i muri e il pavimento. Le vetrate all’esterno sono da sostituire, nonostante la casa sia stata ben custodita dai giovani e da un medico che si è prestato a presidiare la casa.
Durante la novena di Maria Ausiliatrice il sogno si è avverato e alla Madonna di Fatima è affidata la preghiera per la Pace e il ritorno delle suore ad Aleppo perché rifiorisca la missione.
Fonte: Infoline CGFMA