di Gian Francesco Romano
Qual è il filo conduttore del libro?
È la mia esperienza di Salesiano, dalla mia giovinezza fino ad oggi. La domanda che ci siamo fatti all’inizio del libro (Netwerker van God voor de mensen) è stata: “come interviene Dio nella storia di un uomo?”. Guardando indietro uno si rende conto che ci sono degli eventi nella vita che, di per sé, singolarmente, non sono facili da spiegare, né da capire. Come mai è successo questo? Come mai hanno pensato a me come vescovo? Come mai sono diventato Salesiano?
Eppure sono i momenti nella vita in cui, con fede, si può intravvedere la guida delicata di Dio.
E allora come mai è diventato Salesiano?
Questo è il punto focale. La mia vocazione è iniziata con un fallimento negli studi. Andavo a scuola dai Gesuiti e fui rimandato in una materia. I Gesuiti suggerirono a mio padre di mandarmi in un internato e gli consigliarono due opzioni: i Redentoristi o i Salesiani. Quando quel giorno a pranzo ne discutevamo i miei genitori ed io, arrivò un mio prozio, sacerdote missionario in Cina. Non veniva più di una volta l’anno. Arrivò in quel momento e disse ai miei: “se volete educare bene vostro figlio, mandatelo dai Salesiani”.
Altra “coincidenza”: quel giorno il Direttore della comunità era assente; poi ebbi modo di conoscerlo: era un uomo buono, ma piuttosto rigido, diciamo che al primo impatto non entusiasmava. Invece c’era il Preside, una persona entusiasmante; e poi c’era un sacerdote in tonaca che dipingeva… Una cosa strana per l’epoca, ma che mi piacque. E la sera stessa mi iscrissi.
Ricorda altre “coincidenze”?
Sì. Ad esempio, questo mio prozio missionario in Cina morì due settimane prima che io partissi missionario in Corea, lasciandomi il suo calice. Sono piccole coincidenze difficili da programmare, e guardandole si può dire: qui Dio è intervenuto!
Poi, mio padre era insegnante: a posteriori mi sono accorto che incarnava, senza saperlo, il Sistema Preventivo, il quale era un sistema che man a mano scoprii essere proprio adatto per la mia vita.
E ancora: una volta in Corea scoprii il mio carisma missionario. Ma se non fossi andato in Corea non sarei mai stato Ispettore, perché il Belgio era un’Ispettoria troppo grande. Invece, come Superiore della Corea, venni chiamato al Capitolo Generale, e così eletto Consigliere Generale. E se non fossi stato in quell’epoca a Roma non mi avrebbero mai scelto come vescovo, perché in Vaticano mi conobbero in qualità di Vicario del Rettor Maggiore…
Insomma, nel libro abbiamo selezionato alcuni episodi che raccontano “la guida silenziosa di Dio”, come l’abbiamo chiamata. Sono gli episodi della vita mia, ma è lo stesso nella vita di ciascuno. E io dico alle persone: tocca voi ora guardare nella vostra vita come ha agito Dio.
Del libro è stata realizzata anche una versione audio-descritta per i non vedenti. È stato lo stesso mons. Van Looy a leggere e registrare l'intero libro, esperienza che ha ritenuto "molto importante e molto salesiana", quale gesto di servizio verso i più bisognosi.