Papua Nuova Guinea – “Permanentemente ‘inquieto’ per fissare il mio cuore al largo”

05 Aprile 2017

(ANS – Port Moresby)“Quando ho conosciuto i Salesiani tutta la Congregazione era piena di fervore missionario non solo a motivo del Progetto Africa, ma anche perché Don Egidio Viganò, all’epoca Rettor Maggiore, aveva chiesto ad ogni Ispettoria di prendere un territorio missionario. Molti Salesiani della mia Ispettoria erano già partiti come missionari. Il mio cuore era inquieto perché sentivo anch’io quella chiamata interiore a lasciare le rive conosciute e fissare il mio cuore al largo”. È questa la testimonianza del missionario salesiano filippino don Alfred Maravilla, neo Superiore della Visitatoria Papua Nuova Guinea-Isole Salomone.

Quando la mia domanda missionaria venne accettata, la mia gioia iniziale si trasformò ben presto in incredulità, in quanto mi resi conto di essere stato inviato in Papua Nuova Guinea! “Sopravvivrò in un posto così difficile?”. I miei timori e le ansie divennero ben presto una ferma volontà di imparare bene la lingua e la cultura della “mia gente”. Insieme con altri quattro Salesiani avviammo una nuova presenza nella Capitale. Don Bosco era ancora praticamente sconosciuto nel paese.

È dura essere un pioniere. Abbiamo dovuto improvvisare tutto. Ma erano anni pieni d’iniziative, d’entusiasmo e di gioia. Dopo la mia ordinazione sono stato inviato nuovamente in quell’opera. Questa volta abbiamo lavorato per formare i nostri collaboratori laici autoctoni. Abbiamo avviato anche il primo gruppo di Salesiani Cooperatori e dell'ADMA. Letteralmente vedevo davanti ai miei occhi il carisma salesiano mettere radici.

Poi, un giorno, l’Ispettore mi informò che la Conferenza Episcopale mi chiedeva di essere il Direttore dell’Istituto Liturgico-Catechetico Nazionale. Inizialmente rifiutai, dal momento che si trattava di un ambito totalmente nuovo per me. Non volevo passare oltre gli orizzonti che conosco! Eppure, ancora una volta, ero inquieto. Sentivo, nel mio profondo, di dover andare oltre le paure che cominciavano ad accerchiarmi! Adesso, guardando indietro, mi rendo conto che accompagnare l'opera di evangelizzazione delle 23 diocesi ha allargato i miei orizzonti ecclesiali e missionari!

Più tardi, mentre stavo lavorando alla mia tesi a Roma, all'improvviso, ricevetti una telefonata dal Consigliere per le Missioni che mi chiedeva di far parte del Settore Missioni. Questa volta ero profondamente turbato. Ma capii anche che il Signore mi stava invitando ad uscire dalla mia fortezza intellettuale e ad imparare di nuovo ad avere fiducia in Lui e a prendere il largo ancora una volta. Accettai solo dopo un intenso discernimento. Ora, dopo aver incontrato i missionari in 5 continenti e spesso in situazioni difficili, sono grato per la prospettiva mondiale della Congregazione che ho avuto.

Avevo già iniziato a preparare la conclusione del mio servizio nel Settore per le Missioni, quando il Rettor Maggiore mi ha chiamato nel suo ufficio e per chiedermi di essere il Superiore della nuova Visitatoria di Papua Nuova Guinea-Isole Salomone. Mentre mi stava spiegando la sua scelta, la mia mente era offuscata da molte domande e dubbi. Ma ho anche sentito una voce interiore che mi sussurrava di osare prendere il largo ancora una volta!

Ecco cos’è la vita missionaria per me: uno stato permanente d’inquietudine, sempre disposti a osare l'improbabile in modo che si impari a confidare nel Signore, che ci invita a fissare costantemente i nostri cuori al largo!

InfoANS

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