L’esperienza del primo percorso intensivo – di 3 mesi – per il recupero dei ragazzi di strada operato dal Don Bosco Fambul è stato un successo. I 28 ragazzi che vi hanno partecipato ora sono felici nelle proprie casa e frequentano la scuola. L’approccio olistico della riabilitazione, attraverso amorevolezza, ragione e religione, ha saputo trasformare in meglio i minori di strada e li ha resi ragazzi responsabili della loro vita e del loro futuro.
Così, a gennaio, 25 operatori sociali sono scesi nelle piazze, nelle baraccopoli, tra i mercati, per raggiungere i bambini di strada, identificare quelli più vulnerabili e invitarli ad un nuovo percorso trimestrale (febbraio-aprile 2017).
Sono stati contattati molti bambini e sono stati compilati molti questionari. E all’inizio di febbraio 30 minori di strada sono stati accolti nel programma residenziale del Don Bosco Fambul. La priorità è stata data ai più a rischio: i più piccoli, gli orfani, i malati, i più deboli, quelli da più tempo in strada, le vittime di abusi fisici, emotivi e sessuali… Il Dipartimento dell’Educazione ha assegnato ad ogni bambino la classe più adeguata, mentre il personale medico ha realizzato le opportune visite, riscontrato alcune malattie e provveduto agli interventi necessari.
Sedute di ascolto e consulenza, discussioni di gruppo, preghiera, colloqui, sport, attività ricreative… sono tutte parti del processo di riabilitazione. I cambiamenti sono graduali ed è necessaria pazienza. Ma la trasformazione è iniziata. Ora è una questione di tempo e di apertura da parte dei ragazzi.
Purtroppo il numero di bambini e ragazzi di strada a Freetown continua a crescere: estrema povertà, crudeltà, abusi, assenza di cure nelle proprie famiglie e il flagello dell’Ebola, che ha lasciato orfani molti ragazzi, sono alcune delle ragioni principali dietro questo aumento.
Certamente, è necessario lavorare in ottica preventiva, coinvolgendo genitori, famiglie, autorità religiose, educative e politiche.