Fedele alla tradizione di don Bosco, come sempre vi offro una preziosa strenna come guida per tutto quest’anno appena incominciato. È proposta prima di tutto alla Figlie di Maria Ausiliatrice e con loro a tutta la Famiglia Salesiana del mondo.
Quest’anno, in sintonia con l’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco, l’argomento è la famiglia, tutte le famiglie del mondo, con il titolo: «Siamo Famiglia! Ogni casa è scuola di Vita e di Amore». Proprio questo titolo e tutto quello che ho scritto come commento alla strenna mi consente di salutarvi con questa riflessione in cui, in totale sincerità, ribadisco che le famiglie non passano mai di moda: sono sempre attuali, sempre vitali ed essenziali per la vita delle persone. Mutano tempi e culture, ma come evidenziano tutti gli studi e le ricerche, questa verità resta incontestabile.
Abbiamo tutti, in questo campo, un’efficace “bussola del cuore”: la nostra esperienza personale. Ciascuno di noi deve riconoscere che, al di là dei limiti e dei possibili difetti la nostra famiglia di “carne e ossa”, nonostante le immancabili imperfezioni è la realtà più bella e importante della nostra vita. La vocazione laicale di molti di voi è nata dal calore e dalla soddisfazione della propria esperienza familiare.
È stata la vera culla della vita, il nido in cui ci siamo sentiti amati, accuditi, protetti e sostenuti finché non siamo stati in grado di volare con le nostre ali.
Nella nostra famiglia abbiamo imparato l’alfabeto dell’amore, la forza prodigiosa dei legami e degli affetti. È questa l’oasi in cui possiamo ritrovare serenità, appagamento e armonia personale.
Scrivendo la lettera alla Famiglia Salesiana del mondo ho provato una gioia incantevole ed emozionante nel meditare che anche il Figlio di Dio, Gesù di Nazaret, ha avuto una madre scelta da Dio e una famiglia che l’ha amato e accudito, una famiglia nella quale è vissuto facendo esperienza, proprio com’è accaduto a noi. Nei trent’anni di Nazaret, Gesù ha imparato ad essere un uomo.
E ho pensato a don Bosco. Egli stesso ci ha raccontato che cosa significa perdere il papà a due anni e vivere orfani di padre, ma che grande dono può essere avere una famiglia con una madre eccezionale, come Mamma Margherita.
Ho pensato a Maria Domenica Mazzarello (Main), felice bambina e adolescente in un contesto religioso e contadino così simile a quello di Don Bosco, ma con la gioia di crescere serenamente sempre nel suo villaggio natale, Mornese, e all'interno di una famiglia numerosa e con la protezione preziosa di un padre e di una madre.
E quante altre storie di vita e di famiglie potrei raccontarvi.
I viaggi in giro per il mondo mi hanno aiutato a capire quanto siano importanti le famiglie, pur nella loro differenza culturale ed etnica, ma sempre indispensabile fondamento di ogni società, come prima e normale scuola di umanità.
Con tutto questo, vi invito, amici lettori, come ha fatto Papa Francesco, a prendere sul serio il valore e il contatto con le famiglie, che sono focolare, rifugio e nido per tutti i bambini e i ragazzi del mondo. È nel cuore della famiglia, nel tran-tran quotidiano, tra accordi e disaccordi, perdoni e riconciliazioni, com’è tipico di ogni esistenza, che possono apprendere l’arte del dialogo, della comunicazione, della comprensione, del perdono.
In famiglia, si possono sperimentare i limiti, ma anche i valori più preziosi ed essenziali come l'amore, la fede, la libertà, il rispetto, la giustizia, il lavoro, l'onestà, che mettono così radici nella vita di ogni persona.
Altri ingredienti, che non sono più di moda oggi, trovano un senso nella famiglia: l’educazione alla sobrietà e all’autocontrollo, alla fedeltà, all’impegno per la dignità delle persone. E soprattutto la trasmissione della fede.
Quale risposta allora possiamo dare al forte appello del Papa? Che cosa possiamo fare per le famiglie che incontriamo ogni giorno soprattutto nelle nostre Presenze Educative?
Mi vengono in mente alcune “ricette”:
- Accompagnare per quanto è possibile le famiglie che conosciamo, con cordialità ed empatia.
- Aiutare i genitori ad educare con cuore “salesiano”.
- Dichiararci “casa aperta”, sempre pronti ad accogliere gli amici e le famiglie dei figli.
- Favorire i progetti dei giovani che sognano una vita matrimoniale.
- Non aver paura a proporre valori umani, morali e spirituali ai nostri giovani e alle loro famiglie, come certamente essi stessi desiderano (anche se non osano esprimerlo).
- Incoraggiare le famiglie dei nostri destinatari a vivere la “letizia” dell'amore.
- Estirpare ogni forma di discriminazione contro le ragazze e le donne.
- Mantenere sempre un atteggiamento di comprensione e simpatia, per essere in grado di capire le situazioni, spesso difficili, che vivono molte famiglie a noi prossime.
- Realizzare con tutte le nostre forze quell'autentica atmosfera familiare tanto amata da Don Bosco a Valdocco.
Magari potessimo realizzare alcuni di queste pratiche. Ci doni forza e protezione la Santa Famiglia di Nazaret, come prega Papa Francesco:
«Santa Famiglia di Nazaret,
fa’ che tutti ci rendiamo consapevoli
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
della sua bellezza nel progetto di Dio».