A Gambela c’è una grande opera salesiana che comprende la parrocchia, l’oratorio salesiano, la scuola dal 1° al 10° anno, l’istituto superiore che prepara ad una professione lavorativa e un convitto.
A Pugnido operano da anni i Salesiani don Filippo Perin e don Giorgio Pontiggia. Lì il caldo supera ogni giorno i 40°C e la malaria è diffusa. Non c’è acqua corrente, non ci sono servizi pubblici, la gente vive coltivando la terra ed allevando piccoli animali da cortile. Il denaro che circola è pochissimo, al mercato non lavora la gente del luogo, ma gli Etiopi dell’altopiano, e offrono prodotti di bassa qualità e di scarso valore. “La gente di Pugnido vive senza TV, computer, giornali, auto…! È un’economia di sussistenza in cui non si muore di fame, ma certo che non porta sviluppo” racconta il sig. Pettenon.
Una cosa bella, tuttavia, è che lì non esistono orfani. Quando un bimbo resta privo dei genitori, un membro della famiglia – uno zio, una sorella maggiore – subito se ne prende cura e lo tiene in casa. I ragazzi di strada privi di genitori sono un fenomeno della grande città.
In questo contesto i religiosi animano una parrocchia con la chiesa, l’oratorio, l’asilo infantile, un ostello con 60 ragazzi e ragazze, insieme ad altre 11 cappelle diffuse sul territorio circostante e ben altre 6 interne ai due campi profughi che si trovano nel territorio della parrocchia.
Don Perin, con l’aiuto di un generoso benefattore di Missioni Don Bosco, ha fatto installare una batteria di pannelli fotovoltaici e questo per l’opera di Pugnido ha costituito un salto di qualità incredibile. Ora l’energia elettrica è gratis e c’è tutto il giorno, anche la sera, se la ricarica durante il giorno è superiore al fabbisogno dell’opera.
Sempre con l’aiuto di Missioni Don Bosco, don Perin ha comprato un mulino, che permette alla collettività di macinare velocemente i cereali, è stato costruito un campo da pallavolo ed è stato scavato un pozzo per la comunità locale.
Ma le necessità sono ancora tante e tra i progetti in vista ci sono la piantagione di alberi da frutta in un ampio terreno prossimo alla parrocchia; la costruzione di una tettoia per permettere ai ragazzi dell’opera di mangiare insieme al coperto; e una sala polivalente per le esigenze della comunità.