“La scuola esiste dal 1937. Dopo l’indipendenza, nel 1956, i Salesiani ridefinirono l’indirizzo dell’istituto e avviarono la formazione professionale, che risponde alle esigenze del paese”, spiega il Direttore dell’opera, il salesiano don Antonio Vega.
La scuola offre educazione in accordo ai programmi ufficiali: coesistono corsi in Francese e in Arabo, gli insegnanti sono tutti musulmani, e il corso di religione islamica è obbligatorio, fatta eccezione per i tre studenti cristiani dell’istituto. Il carisma salesiano, tuttavia, è diffuso dalla costante presenza del Direttore tra i giovani. Per il vicepreside, Nouâman Haddouch, “tra tutti gli elementi della pedagogia salesiana, la presenza è il più significativo qui”.
Il momento più importante è il “buongiorno” salesiano. “Questa mattina abbiamo parlato della risposta alla violenza con la non-violenza – spiega don Vega –. Ho citato un passo del Corano che dice: devi proteggerti dalla violenza. Devi perdonare”.
Quest’anno, infatti, il tema proposto dall’Educazione Cattolica in Marocco (ECAM), una rete di scuole cattoliche nel nord del paese, è “No alla violenza”. Tale tema nutre tutte le attività didattiche della scuola e si estende anche alle attività con i genitori, gli educatori, le conferenze…
Ogni anno, inoltre, don Vega organizza una settimana di laboratori chiamati “Settimana della Cultura”. È l’occasione per genitori e ragazzi di scoprire meglio l’insegnamento e la vita di Don Bosco. Mentre i bambini partecipano ai giochi dell’infanzia di Don Bosco, adulti, genitori e insegnanti seguono conferenze educative.
Molti sono gli educatori che hanno completamente appreso e condividono la pedagogia salesiana. Mohamed Habhoud, professore di Arabo, musulmano, si definisce un “musulmano salesiano”, che diffonde tra i suoi colleghi lo spirito della gioia e non esita a parlare di Don Bosco. “Lo spirito di Don Bosco può esserci tra gli Ebrei, i Cristiani e i Musulmani. Io agisco e penso salesianamente”. Egli è anche autore di un libro su Don Bosco in arabo pubblicato per il Bicentenario e diffuso tra i genitori degli allievi.
E per dare un’idea del ruolo dell’opera a Kenitra vanno ricordate anche le sue molteplici attività ulteriori: il centro culturale e sportivo aperto ai giovani che non frequentano la scuola, la biblioteca, il corso “passarella” gratuito per i bambini non scolarizzati, la palestra… Senza contare che la scuola è anche collegata ad altri due istituti, il JUK-CFF, per la formazione delle ragazze, e il JUK- SPEL, per la formazione dei giovani adulti.