Don Domenico Paternò, salesiano sacerdote, Superiore di CNA, contattato per condividere qualche pennellata della presenza salesiana in Nord Africa, ha voluto iniziare con una riflessione sul Mar Mediterraneo:
“Il Mediterraneo non è solo un mare geograficamente molto conosciuto ma è una vera e propria culla di civiltà che attorno ad esso sono cresciute nei millenni dando alla umanità intera contributi di culture, conoscenze, esperienze umane, sociali, politiche che ancora oggi sono oggetto di studio e approfondimento.
Tutti i Paesi che sono bagnati da quello che i romani chiamavano ‘Mare Nostrum’ hanno una storia ricchissima e sono tutti portatori in vario modo di ricchezze culturali e naturali importanti.
Inoltre, il Mediterraneo, confine naturale tra Europa e Africa, ha una rilevanza geopolitica e strategica non indifferente.
Se dall’Europa attraversiamo il Mediterraneo, giungiamo nel Maghreb, regione nordafricana che sta conoscendo sempre più il carisma di Don Bosco. Lo scorso anno, infatti, è stata ufficialmente creata la Circoscrizione speciale del Nord Africa (CNA), il 28 Agosto, festa di sant’Agostino, a cui è stata dedicata la circoscrizione, che comprende Marocco, Algeria e Tunisia. Si tratta di una nuova frontiera missionaria piena di sfide e di opportunità.
Il Maghreb ha chiare radici romane, classiche, era denominato ‘Afriquia’, dando così il nome a tutto il continente che da qui ha inizio. I figli di Don Bosco che, per inciso, sono presenti in quasi tutti i paesi che si affacciano nel Mediterraneo onde per cui hanno costituito la Regione Mediterranea della Congregazione, hanno di recente deciso di sviluppare la loro presenza e il loro servizio tra i giovani di questi Paesi. Il Maghreb non è ‘la parte sbagliata’ del Mediterraneo, come dicono soggetti male informati, ma è invece una zona geografica, umana e culturale che non si finisce mai di scoprire ed apprezzare!
I salesiani sono interessati all’educazione dei tantissimi giovani che affollano questi Paesi: la popolazione sotto i 25 anni arriva ad essere quasi il 50% della popolazione totale. Si tratta, quindi, di Paesi ricchi di speranza e di futuro. Lo scopo dei salesiani e dei loro collaboratori è di sostenere e di sviluppare il sogno di questi giovani.
Un ‘sogno che fa sognare’ indica la Strenna del Rettor Maggiore per il 2024, ricordando il bicentenario del sogno dei nove anni di Don Bosco. E se questo è vero nella vita salesiana di ogni luogo, in Maghreb è ancora più vero e significativo. La presenza attuale dei Figli di Don Bosco vuole concretizzare e attuare il sogno del Fondatore e far sì che i ‘lupi’ possano diventare agnelli, non solo pacifici, ma costruttori di pace e di sviluppo. Ed ecco che, anche se con religioni diverse, cristiani gli uni, e musulmani gli altri, tutti discendenti di Abramo, ci si ritrova a camminare insieme per il bene dei giovani e delle famiglie che stanno attorno alle comunità salesiane e con loro. La scuola, l’oratorio, la formazione al lavoro, il cortile, la formazione umana e religiosa, la condivisone di gioie e dolori, la conoscenza reciproca e la dignità che ognuno riconosce agli altri, lo spirito di famiglia e collaborazione… Tutto questo aiuta a camminare insieme e fare concretamente del bene a tutti.
Qual è l’obiettivo dei Salesiani che lavorano in questi Paesi?
A questa domanda, la risposta è molto semplice: nel Maghreb i Figli di Don Bosco ogni giorno si impegnano per il bene comune, ovvero divenire, come voleva Don Bosco ‘onesti cittadini’ e ‘buoni credenti’, ognuno nella sua fede, senza rinunciare alla testimonianza di vita cristiana, nel rispetto della cultura e della religione altrui”.
Pur con alcuni elementi comuni, ogni Paese anche ha le sue peculiarità che lo contraddistinguono.
In Marocco i salesiani sono presenti dal 1950 a Kenitra, una grande città sulla costa atlantica tra Rabat e Tangeri.
Il lavoro non manca, in campo educativo, ricreativo, di fede di accoglienza. I salesiani animano scuole di vario livello e tipo: una scuola primaria, una scuola secondaria e un centro di formazione professionale. Si risponde così al bisogno di istruzione e di ricerca di occupazione dei tanti giovani marocchini per dare loro maggiori opportunità nella vita.
Inoltre, vengono organizzate tante attività sportive e associative in linea con il Sistema Preventivo di Don Bosco.
La parrocchia di Cristo Re sostiene la fede della minoranza cristiana ed è frequentata soprattutto da giovani studenti africani che studiano in Marocco e da europei che sono in città. Altre opere specifiche sono due case per giovani migranti, una casa per l’infanzia e la formazione al lavoro delle ragazze. Tutte queste iniziative coinvolgono oltre 1.500 persone tra ragazzi, personale, famiglie ed altri destinatari, che sono, tranne la parrocchia, tutti musulmani e tutti uniti nello stile di Don Bosco di famiglia inclusiva e di aiuto reciproco. La presenza salesiana in Marocco ha un punto di riferimento nell’Arcivescovo di Rabat, il cardinale salesiano Cristóbal López Romero, già missionario in Paraguay, prima di approdare in Marocco dal 2003 al 2011 e tornare dopo nove anni come pastore dell’arcidiocesi. Fino allo scorso anno, il Marocco era affidato all’Ispettoria di Francia (FRB). Oltre che con la gente, l’esperienza interculturale si vive anche nella comunità salesiana, composta da quattro sacerdoti, provenienti da Francia, Spagna, Polonia e Rep. Democratica del Congo.
Altro Paese maghrebino con due presenze salesiane è la Tunisia, dove, a Manouba e Tunisi, i salesiani gestiscono due scuole primarie, una scuola secondaria, un nascente Centro di Formazione Professionale, due oratori, attività di collaborazione con la chiesa locale, una parrocchia ad Hammamet per residenti italiani ed europei ed altre iniziative particolari. È una presenza in crescita a cui recentemente sono stati affidati nuovi missionari, anche qui provenienti da diversi paesi: Italia, Siria, Libano, Spagna, Rep. Democratica Del Congo, Ciad.
È un’esperienza di famiglia e, in particolare, di Famiglia Salesiana, con due comunità di Figlie di Maria Ausiliatrice, gli “Amici di don Bosco”, gruppo di laici musulmani vicini al carisma di Don Bosco, e tanti laici impegnati a vario titolo. La speranza è di far nascere anche un gruppo di Salesiani Cooperatori. Complessivamente almeno 3000 persone sono coinvolte nell’azione educativa. Fino allo scorso anno, l’Ispettoria della Sicilia curava la presenza salesiana in Tunisia e proprio don Domenico Paternò, originario di Messina, arrivato a Manouba più di dieci anni fa, è stato nominato superiore.
Arriviamo così all’ultimo paese, una delle nuovissime frontiere missionarie per la Congregazione Salesiana, ancora in definizione per i dettagli sui luoghi e sul personale: l’Algeria, dove a breve arriveranno i primi salesiani.
In realtà, bisogna dire che l’Algeria è stato il primo paese in Africa in cui sono approdati i salesiani, addirittura nel diciannovesimo secolo, nel lontano 1891, ad Orano, dove c’era un oratorio. Successivamente ci sono state altre due aperture nella capitale Algeri, ma dopo diversi anni la situazione politica instabile ed ostile non ha permesso di continuare il lavoro e ha costretto alla chiusura definitiva delle opere nel 1976.
I salesiani rispondono così all’invito dell’Arcivescovo di Algeri, dopo un dialogo e uno studio di alcuni anni.
A questo quadro della presenza salesiana nel Maghreb, c’è da aggiungere che molteplici sono le attività con le comunità religiose e con la società civile nelle quali i salesiani sono coinvolti. Per completezza e serietà di informazione non possiamo dimenticare le problematicità che ci sono e che certamente danno anche motivi di difficoltà, non sempre superabili. Basti pensare la lingua, che non è facile, il contesto socioeconomico piuttosto fragile spesso per motivi di politica internazionale, le famiglie in difficoltà, la disoccupazione giovanile – grande piaga di tutta la regione – l’assenza di politiche giovanili efficaci e capaci di dare futuro…
Ma nonostante le innegabili sfide, grande è la possibilità e la speranza di un positivo sviluppo, non solo economico, ma anche umano e sociale. Talvolta si manifestano segni di intolleranza e radicalismo irragionevole, ma sono fenomeni molto ridotti. Sono società giovani e per questo aperte all’avvenire, “più futuro, che passato”, come diceva don Egidio Viganò.
Nei mesi passati, la Circoscrizione Speciale del Nord Africa ha vissuto le sessioni del primo Capitolo Ispettoriale sul tema del Capitolo Generale 29: “Appassionati per Gesù Cristo, dedicati ai giovani. Per un vissuto fedele e profetico della nostra vocazione salesiana”. Don Domenico Paternò ha sottolineato come sia una grazia vivere questo momento, a pochi mesi di esistenza della Circoscrizione. I capitolari hanno elaborato il Direttorio Ispettoriale e il Progetto Educativo Pastorale Salesiano Ispettoriale, primi passi fondamentali per lo sviluppo futuro della presenza salesiana.
Nell’ultima Spedizione Missionaria Salesiana, due salesiani sono stati assegnati alla circoscrizione Nord Africa: i coadiutori Joseph Ngo Duc Thuan (dal Vietnam) e Kerwin Valeroso (dalle Filippine), attualmente in Francia, a Parigi, per lo studio della lingua francese.
La Congregazione Salesiana, guidata dallo Spirito Santo, accoglie con coraggio e determinazione la sfida di queste nuove frontiere ed è pronta a scommetterci per donare un rinnovato entusiasmo missionario e raggiungere sempre più giovani poveri ed abbandonati in ogni parte del mondo.
Marco Fulgaro
Settore per le Missioni Salesiane
Fonte: Bollettino Salesiano Online