Pakistan – Cristiani in preghiera e in pellegrinaggio per la beatificazione di Akash Bashir

16 Maggio 2024

(ANS – Lahore) – “La vita del Servo di Dio Akash Bashir brilla come ispirazione e raggio di luce nel Pakistan e nel mondo afflitto dal terrorismo e dai disordini”, riporta P. Lazar Aslam, sacerdote francescano cappuccino in servizio a Lahore. Nel mese di maggio la comunità cattolica dell’Arcidiocesi di Lahore ha intensificato la preghiera per Akash Bashir, Exallievo di Don Bosco, il primo Servo di Dio nella storia del Pakistan. Ed è fervente il pellegrinaggio davanti alla sua tomba, soprattutto dei giovani pakistani: “La sua fede in Dio lo ha motivato a proteggere e servire la sua comunità, e lo ha portato a compiere un gesto di estremo altruismo di fronte a un attentatore suicida”, ricorda il frate.

Akash Bashir nacque in Pakistan il 22 giugno 1994, in una famiglia umile, e studiò all’Istituto Tecnico “Don Bosco” di Lahore. Conduceva una vita semplice, aveva sogni per il suo futuro, viveva con la sua famiglia, aveva amici a scuola al lavoro, gli piaceva fare sport e la preghiera era parte della sua vita. Il 15 marzo 2015, una domenica mattina, un attentatore suicida tentò di entrare nella chiesa di San Giovanni a Youhanabad, quartiere cristiano di Lahore, che in quel momento aveva al suo interno oltre mille fedeli partecipanti alla Messa. Resosi conto della situazione, Akash non esitò a sacrificare se stesso per impedire che l’attentatore provocasse una strage in chiesa. Il 15 marzo 2022, nel settimo anniversario della sua morte, è stata aperta dalla Chiesa di Lahore la fase diocesana del processo canonico per la proclamazione del martirio.

Ricorda P. Aslam: “Gesù ha insegnato che la forma più alta di amore è dare la propria vita per gli amici, e il suo atto di altruismo rifletteva questi insegnamenti. L’ultima dichiarazione di Akash, ‘Morirò, ma non ti lascerò entrare’, esprime perfettamente il suo coraggio e la sua devozione”.

“La sua storia – riporta ancora – funge da potente testimonianza del potere di trasformazione della fede, della resilienza e del sacrificio. Offre speranza e ispirazione ai cristiani in Pakistan e oltre. La sua vita ci ricorda di incarnare una fede incrollabile e di rimanere saldi di fronte alle avversità. Il suo straordinario viaggio continua a guidare e illuminare la nostra comunità”.

Secondo don Nobal Lal, Direttore della comunità salesiana del Pakistan, la profonda esperienza della spiritualità salesiana che deriva dal “Sistema Preventivo” di Don Bosco “ha avuto un impatto profondo e personale sulla formazione umana e spirituale di Akash. Lo ha portato a sviluppare una profonda comprensione e amicizia con Cristo. Spesso si fermava per un momento di preghiera presso la grotta nel cortile della chiesa cattolica di San Giovanni a Youhanabad, prima di iniziare il suo servizio. I tre principi fondamentali della spiritualità salesiana – sistema preventivo, educazione olistica e amore per Dio – hanno avuto un’influenza significativa sul suo sviluppo della fede, sono stati pilastri importanti nel determinare il suo percorso” rileva.

“In questo mese di maggio preghiamo intensamente per la beatificazione del Servo di Dio Akash Bashir, Exallievo di Don Bosco”, informa don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana. Rileva il Postulatore: “Per i cristiani di Youhanabad, per la Chiesa di Dio che è in Pakistan e per tutta la Famiglia Salesiana, Akash, con la sua grande fede, è esattamente questo: un faro, un esempio da seguire. Sulla sua tomba in tanti si recano per pregare e per chiedere l’intercessione (…). Si era impegnato a vivere da cittadino onesto e buon cristiano, come voleva Don Bosco, ed era diventato un volontario della sicurezza nella sua chiesa parrocchiale, in un momento in cui la situazione in Pakistan era preoccupante con il rischio di incontrare attentatori suicidi che prendevano di mira luoghi religiosi” ricorda don Cameroni.

Il sacrificio di Akash Bashir ha avuto un enorme impatto sulla comunità cristiana – cattolica e anglicana – in Pakistan, ma anche la comunità musulmana ne è stata profondamente colpita: “Molti nell’Islam hanno venerazione per questa testimonianza di fede, di forza, e quindi credo che sia un seme che sarà una forma di riconciliazione, di profezia, proveniente soprattutto da un giovane cristiano”.

“Questo giovane Exallievo salesiano, il primo pakistano in cammino verso gli altari, rappresenta tutti i cristiani e tutti i giovani coraggiosi e orgogliosi della loro fede”, conclude.

Fonti: Agenzia Fides, ACI Prensa

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