Stati Uniti - Responsabilizzare i giovani nel servizio liturgico: nutrire la fede attraverso la partecipazione

02 Aprile 2024

(ANS – Bellflower) –L'altro giorno ho partecipato alla Messa delle 10 nella chiesa di San Domenico Savio a Bellflower, California. Sono rimasto colpito dal modo in cui si è svolta la liturgia. Non c'era nulla di strano, se si considera la struttura della liturgia. Tuttavia, stava accadendo qualcosa di diverso e unico. I bambini e i giovani sono stati messi in grado di servire. Dai saluti al coro, ai Ministri dell'Eucaristia, tutti erano giovani”. A condividere questa esperienza è Juan Carlos Montenegro, laico della Famiglia Salesiana, Responsabile della Pastorale Giovanile, che racconta il coinvolgimento dei giovani nel servizio liturgico, nella chiesa di San Domenico Savio di Bellflower.

Si riporta, di seguito, la sua testimonianza.

Il coinvolgimento dei giovani è una benedizione che non è gratuita. È possibile ascoltare le voci dei bambini che cantano con tutto il loro amore per Cristo, a volte stonando, o vedere il cestino della colletta passare tre volte davanti portato da un bambino di 5, 6 o 7 anni, o vedere come il bambino che legge sbaglia la pronuncia e sorride per il nervosismo sapendo di aver commesso un errore.

Alcuni potrebbero pensare che avere bambini e giovani nel ruolo di uscieri, accoliti, Ministri dell'Eucaristia, sacrestani, musicisti e lettori sia "non appropriato" e irrispettoso nei confronti di Dio. Eppure, quando Gesù ha camminato su questa terra, ha sfidato tutti noi a vedere Dio in modo diverso, a vedere Dio come un Padre amorevole e non come qualcuno che si accontenta solo della perfezione e si arrabbia per tutto ciò che non è perfetto.

In un periodo in cui la mancanza di partecipazione alle nostre liturgie è reale, essere in una chiesa piena di vita e di movimento è una benedizione. Come si legge in Matteo 19,13-15, "Lasciate che i bambini vengano a me", abbiamo la sfida di creare un ambiente in cui i giovani si sentano accolti, accettati e apprezzati e possano servire.

Le ricerche dimostrano che i tre bisogni fondamentali dei giovani sono il senso di appartenenza, l'identità e lo scopo. La comunità di San Domenico Savio ha creato un ambiente in cui bambini e ragazzi soddisfano questi bisogni. Ora la nostra sfida è continuare coinvolgerli nel rafforzamento del loro rapporto con Dio. E per quanto riguarda noi, una generazione più anziana, la nostra sfida è quella di vedere i nostri giovani con gli stessi occhi con cui Gesù ci vede.

Mentre accogliamo la chiamata di Gesù a lasciare che i bambini vengano a Lui, ci viene ricordata l'importanza di creare un ambiente in cui i giovani si sentano valorizzati e possano impegnarsi attivamente nel loro cammino spirituale.

Possiamo continuare a sostenere e potenziare i nostri giovani, guardandoli con gli stessi occhi compassionevoli con cui Gesù vede tutti noi.

InfoANS

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