RMG – Le Strenne dei Rettori Maggiori Salesiani: Don Viganò

21 Dicembre 2023

(ANS – Roma) – Lombardo di nascita, ma sudamericano di adozione, fu il VII Successore di Don Bosco, Don Egidio Viganò. Dotato di grande capacità intellettuale e organizzativa, molto attivo anche nel servizio alla Chiesa e al Papa, venne definito anche come “il Don Bosco Americano”, facendo da apripista ai successivi Rettori Maggiori venuti da quel continente.

Nato nel 1920 a Sondrio, partì missionario per il Cile già nella formazione iniziale, e nella sua nuova terra si fece apprezzare per la sua bontà, amicizia e cultura, tanto che il Cardinale salesiano Raùl Silva Henríquez lo chiamerà come suo “consigliere” e lo vorrà con lui come “perito” al Concilio Vaticano II. Dopo una vita salesiana spesa nella formazione, nel corso del Capitolo Generale 21°, nel 1977, venne eletto Rettor Maggiore, carica che ricoprì per ben tre mandati e un totale di 18 anni.

Ebbe dal Papa numerosi incarichi importanti, partecipò a sei Sinodi dei Vescovi – sempre su nomina papale – e nel 1986 fu invitato a predicare gli Esercizi Spirituali al Papa e alla Curia Romana. L’ultimo anno della sua vita fu segnato dalla malattia e dalla sofferenza, vissute però con speranza, amore e dedizione, senza venir meno ai suoi impegni.

Nel sintetizzarne la vita, don Santo Russo, SDB, autore del testo La Strenna di Don Bosco e dei suoi Successori, scrive: “Diede alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana un senso e un ‘sentire’ più ‘ecclesiale’, stimolandoli a nuove aperture: rinnovamento delle Costituzioni, Progetto Africa, apertura all’Est, rilancio della devozione a Maria Ausiliatrice (1984), Affidamento della Congregazione a Maria, riconoscimento dell’Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice come parte della Famiglia Salesiana, richiamo a rinnovare devozione e predicazione secondo le direttive di Paolo VI (Marialis cultus, 1978), riscoprendo il ‘criterio oratoriano’ come metodo della nostra pastorale”.

Per ben tre volte, durante il suo mandato di Successore di Don Bosco, fece il giro del mondo per incontrare salesiani e membri della Famiglia Salesiana, e portare entusiasmo nel nome di Don Bosco.

Anche per Don Viganò la strenna è una importante tradizione che si rifà sempre a Don Bosco per ispirare e orientare la programmazione salesiana. E, come disse nella presentazione della strenna del 1985 “non solo rappresenta un segno della presenza amorevole di Don Bosco, attraverso il suo Successore, ma diventa stimolo di iniziative per una rinnovata fedeltà allo spirito e alla missione salesiana”.

I testi delle strenne tornando all’antico, tornano ad essere per lo più semplici e brevi, e lo sguardo è generale su tutta la Famiglia Salesiana. Come per i suoi predecessori, al primo posto dei suoi pensieri, vi è Don Bosco, fedeltà alla sua persona, al suo carisma e alla sua missione, anche perché la celebrazione del centenario della sua morte, nel 1988, fu uno dei momenti più forti del suo rettorato.

Tale ricorrenza, così come il cammino preparatorio e successivo, e altri anniversari significativi per la Famiglia Salesiana e la Chiesa, marcarono diversi dei suoi messaggi per la strenna.

Un’altra attenzione particolare fu sull’educazione dei giovani, tra riscoperta del sistema preventivo, rilancio del progetto educativo, invito alla santità, le Beatitudini riascoltate insieme a loro…

E non mancano poi altri riferimenti più diretti a virtù, atteggiamenti o dimensioni da curare sempre nell’ottica di una vita cristiana davvero autentica, con richiami espliciti alla direzione spirituale, alla dottrina sociale, alla temperanza o alla vita interiore.

Ecco, dunque, infine, i testi delle 18 strenne del Rettor Maggiore Don Viganò:

1979: “Attuare con l’aiuto di Maria, il progetto educativo e pastorale della bontà, promuovendo la riscoperta, l’approfondimento e il rilancio del ‘Sistema Preventivo’ di Don Bosco in tutta la Famiglia Salesiana”;

1980: “Continuare l’impegno del rilancio del progetto educativo di Don Bosco soprattutto nei gruppi e movimenti giovanili, realizzando e approfondendo due modalità tipicamente salesiane: una presenza di amicizia che animi e aiuti a maturare i giovani (l’assistenza), la creazione di un ambiente educativo che sviluppi una ricca esperienza di valori umani e cristiani (lo spirito di famiglia)”.

1981: “In quest’anno centenario della morte di Santa Maria Domenica Mazzarello ci proponiamo tutti, seguendo il suo esempio, di conoscere meglio e di praticare più generosamente la vita interiore di Don Bosco”;         

1982: “Lavoro e temperanza siano per noi alla scuola di Don Bosco testimonianza ascetica di carità pastorale contestatrice di un mondo che promuove il dissidio tra amore e sacrificio”;

1983: “Promuoviamo la maturazione cristiana delle persone e delle comunità rinnovando e intensificando, con stile salesiano, l’esperienza formativa della direzione spirituale”;

1984: “Il ‘non basta amare!’ della lettera di Don Bosco da Roma ci muova a rinnovati propositi di santità tipicamente salesiana”;

1985: “Riascoltiamo con i giovani le Beatitudini del Vangelo per suscitare nel mondo rinnovata speranza”;

1986: “Promuoviamo la vocazione del laico al servizio dei giovani nello spirito di Don Bosco”;

1987: “Insieme verso l’88: come vasto movimento di ‘Missionari dei giovani’”;

1988: “Affidati a Maria, promuoviamo la pedagogia della bontà come memoria e profezia di Don Bosco”;

1989: “Le speranze suscitate dal ‘Don Bosco ‘88’ ci sollecitano a intensificare una rinnovata pastorale per le vocazioni”;

1990: “Siamo inviati dal Signore a far maturare nei giovani una convinta sintesi personale tra fede e vita”;

1991: “La nuova Evangelizzazione impegna ad approfondire e a testimoniare la dimensione sociale della Carità”;

1992: “La Dottrina Sociale della Chiesa è strumento necessario di educazione alla fede”;

1993: “Saldamente radicati e fondati nell’amore: dono di sé nell’impegno”;

1994: “Rendere ragione della gioia e degli impegni della speranza, testimoniando le insondabili ricchezze di Cristo”;

1995: “Chiamati alla libertà (Gal 5, 13) riscopriamo il Sistema Preventivo educando i giovani ai valori”;

1996: “Il ‘da mihi animas’ è il dono di sé che vivifica tutta l’esistenza: quella dell’attività e quella della pazienza”.                                                

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