RMG – Alla riscoperta dei Figli di Don Bosco divenuti cardinali: Rosalio José Castillo Lara

15 Settembre 2023

(ANS – Roma) – Nel concistoro del 25 maggio 1985 – per l’unica volta nella storia – vennero creati contemporaneamente cardinali da Papa Giovanni Paolo II ben tre Figli di Don Bosco: i monsignori curiali Alfons Maria Stickler e Rosalio José Castillo Lara e l’allora arcivescovo di Managua e Primate del Nicaragua, Mons. Miguel Obando Bravo. Oggi la nostra attenzione si concentra sul secondo di questa terna, il venezuelano Castillo Lara.

Nato a San Casimiro il 4 settembre 1922, era il terzo di sette figli. Conobbe i salesiani sin da piccolo, frequentandone le scuole elementari e medie di Valencia e poi il Liceo “San José” di Los Teques. L’ingresso nel noviziato salesiano di Bogotà fu quindi consequenziale. Dopo la formazione religiosa e gli studi filosofici e teologici, venne ordinato sacerdote a Caracas il 4 settembre 1949 da suo zio, l’arcivescovo Mons. Lucas Guillermo Castillo Hernández.

Nel 1950 venne mandato a Torino per studiare diritto canonico presso l’Ateneo Salesiano e lì, nel 1953, si laureò a pieni voti. Nel settembre del 1954 divenne docente nella Facoltà di Diritto Canonico dell’Ateneo Salesiano, dove insegnò per undici anni, dapprima a Torino, fino al 1957, e poi, con il trasferimento della sede, a Roma, fino al 1965.

Mente brillante, grande studioso e docente, dotato anche di uno spirito operoso e abile nel condurre in porto nuovi progetti, non passò inosservato ai suoi Superiori, prima, e alle massime autorità vaticane, poi, che nel prosieguo degli anni gli affidarono di volta in volta sempre nuovi incarichi, e sempre di maggior responsabilità.

A dicembre del 1965 venne infatti nominato Ispettore del Venezuela, ma non arrivò a compiere i due anni di quell’incarico che venne chiamato a servire, nel 1967, come Consigliere Regionale per l’America Cono Sud. Dopo quattro anni fu il Capitolo Generale Speciale del 1971-72 (CG20) ad eleggerlo Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile.

Ma anche in questo caso un’altra nomina gli impedì di completare il sessennio: il 26 marzo 1973, infatti, Papa Paolo VI gli assegnò il titolo episcopale di Precausa e lo rimandò nella sua patria come Vescovo coadiutore di Trujillo. Ricevette l’ordinazione il giorno della festa di Maria Ausiliatrice, 24 maggio, del 1974, scegliendo come suo motto episcopale Misericordia et Veritas.

Pochi mesi ed eccolo che venne richiamato a Roma, per diventare, dal 12 febbraio 1975, Segretario della Pontificia Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico (l’attuale Dicastero per i Testi Legislativi). Successivamente divenne anche membro della Pontificia Commissione per l’Interpretazione dei Decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II e consultore delle Congregazioni per l’Educazione Cattolica e per i Sacramenti. Il 5 ottobre 1981 fu nominato pure Presidente della Commissione Disciplinare della Curia Romana.

Il 22 maggio 1982 venne promosso Pro-Presidente della Pontificia Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico e il 26 maggio fu elevato ad arcivescovo.

Dopo la creazione a Cardinale del 1985, e dopo aver lasciato la guida del Dicastero per i Testi Legislativi (all’epoca ancora Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi), gli venne affidata, nel dicembre del 1989, la Presidenza dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) e successivamente anche quella della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.

Fu sotto la sua guida che venne iniziata la costruzione dell’attuale “Casa Santa Marta” in Vaticano, dove attualmente risiede il Santo Padre Francesco.

Mai dimentico delle sue origini e della sua terra, in più occasioni criticò le derive antidemocratiche del Presidente venezuelano Hugo Chávez. Alle esequie del cardinale, morto a Caracas il 16 ottobre 2007, non partecipò infatti alcun rappresentante del governo venezuelano, ma vi presero parte alcuni rappresentanti dei governi regionali non legati al Presidente.

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