Attraverso varie tavole rotonde e presentazioni, è stata illustrata la Pastorale dello Sport, recentemente creata dalla Conferenza Episcopale Spagnola, così come le varie iniziative e i progetti sportivi che si stanno già sviluppando in diverse aree della Chiesa, come la Proposta Sportiva Salesiana presentata da Diego Pérez Ordoñez. Inoltre, è stato gettato il seme per cercare nuove idee e alleanze che possano essere realizzate in futuro.
Questa prima edizione si è rivolta principalmente alla comunità educativa e sportiva, con l’obiettivo di creare un forum di discussione e riflessione in cui far emergere formule e strategie per lavorare con lo sport in ambito educativo, e offrire una visione ampia dello sport come impegno, come spazio per vivere la fede, come strumento di integrazione e miglioramento personale.
Il primo intervento è stato quello di don Ballbé, il quale ha segnalato: “Se lo sport è umano, la Chiesa deve esserci”.
Poi è stata la volta di Santiago Pérez de Camino, Responsabile della sezione Chiesa e Sport del Dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita. Ha parlato dell’impegno della Chiesa nello Sport e ha invitato i presenti a leggere il documento “Dare il meglio di sé”, sulla prospettiva cristiana dello sport.
Dopo questi due interventi, si è tenuta una tavola rotonda sul tema “Vivere la fede nello sport”, moderata da Santi Nolla, Direttore della rivista “Mundo Deportivo”. Nel corso degli interventi, Miguel Ángel Ferrer, sportivo professionista noto anche come “Mista”, ha offerto la sua testimonianza raccontando di come sia passato all’improvviso dal non avere nulla all’avere tutto, senza essere felice. “La fede mi ha aiutato a vivere in modo diverso. Senza la presenza di Dio non sarei riuscito ad andare avanti”.
È seguita la seconda tavola rotonda della giornata, intitolata “Lo sport, mezzo di miglioramento personale”, moderata da Julián Redondo, Presidente dell’Associazione della Stampa Sportiva Spagnola. Durante questa sessione Javeri Tebas, Presidente de “LaLiga”, l’associazione responsabile dell’amministrazione dei due campionati di Calcio professionistici spagnoli, ha affermato che è importante dare testimonianza di fede nella propria attività. “Spiegare pubblicamente che si ama Dio significa uscire dalla propria zona di comfort. Non è facile” aggiungendo che c'è il rischio di essere etichettati come “vecchi o antiquati”. Poi ha ricordato l’importanza di lavorare sulla formazione degli allenatori e dei vari educatori coinvolti nello sport, con i quali i giovani atleti trascorrono molte ore e che diventano per loro riferimenti importanti nella crescita. E ha concluso affermando che lo sport professionistico deve essere vissuto come una rinuncia e come uno spettacolo, ma che in questo spettacolo la fede può essere condivisa, non facendone una questione di apparenza esterna, ma con coerenza.
Nella giornata di venerdì 10 marzo, la prima tavola rotonda, moderata dal giornalista sportivo Paco García Caridad, ha presentato le “Iniziative esistenti di sport e fede” a livello nazionale, e si è conclusa con il lancio della campagna creata dal Centro sportivo Brafa #NoSeasHooligan.
Successivamente, si è tenuta un’altra tavola rotonda sul tema “Impegno personale e istituzionale dello sport”, in cui Carlos de Cárcer, fondatore e direttore di “Red Deporte y Cooperación”, ha illustrato al pubblico come la sua istituzione ha iniziato ad aiutare le ragazze orfane a causa dell’HIV.
Quindi, Angelo De Marcellis, Presidente del Centro Sportivo Italiano (CSI) di Teramo, ha parlato dell’esperienza di lungo corso del CSI, e di come questo promuova una visione di sport che mette al centro la persona, in un universo dominato dalle partite truccate, dal primato del profitto, dalla violenza in campo e negli stadi, dalle lotte di potere, dal doping, dalla selezione tecnica sopra ogni cosa…
A chiusura della giornata, don Ángel Miranda, direttore dell’opera salesiana di Pamplona, ha invitato tutti a “portare con noi l’eco di quanto vissuto”, e a “lasciare la vecchia fede, definita come ‘credere a ciò che non si è visto’ e ad assumere la fede rinnovata di chi la vive credendo in ‘ciò che si vedrà’”.
L’incontro si è concluso con l'Eucaristia presieduta dall’arcivescovo di Vitoria, Mons. Juan Carlos Elizalde.
Tutti i discorsi e gli interventi delle tavole rotonde saranno disponibili sul sito web della conferenza deporteyfe.com.
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