Ucraina – Mons. Kryvytskyi, SDB: “La guerra è una tra le più dure prove per l’amore cristiano: riuscire ad amare i propri nemici”

26 Aprile 2022
Foto: Salesian Missions

(ANS – Kiev) – È un vescovo giovane Vitalij Kryvytskyi, il salesiano vescovo della diocesi di Kiev-Zhytomyr. Ha 49 anni oggi e ne aveva appena 44 quando venne nominato alla guida della diocesi, nel 2017. Probabilmente mai avrebbe pensato allora che tra i suoi compiti di pastore ci sarebbero stati quelli di accompagnare un gregge affranto e spaurito della guerra o di dover coordinare la gestione degli aiuti con cui sopravvivono migliaia di persone. I bombardamenti della notte del 24 febbraio lo hanno lasciato di stucco, come tutti. “È stato uno choc – afferma –. Abbiamo una guerra in corso, ed è una tra le più dure prove per l’amore cristiano, riuscire ad amare i propri nemici”.

“Con i fedeli o i miei sacerdoti commentiamo spesso quante volte in passato avevamo letto i brani del Vangelo in cui Gesù dice di amare i propri nemici. Pensavamo sempre: ‘Certo, è così, Gesù ha ragione!’. Ma sembra tutto semplice solo fino a quando non lo devi mettere davvero in pratica” aggiunge il presule, durante un’intervista concessa a don Roman Sikon, SDB, e Michal Krol, di “Salesian Missions”, in una pausa tra i suoi viaggi di incoraggiamento e aiuto alla popolazione della sua diocesi.

La sua esperienza di questi oltre due mesi di combattimenti gli permette di dare una testimonianza diretta sulla guerra che altrimenti non sembrerebbero credibili: “Senza minimizzare quello che sta accadendo a Mariupol, Chernihiv, Kharkiv… in verità le persone che vivono nelle aree più al sicuro stanno facendo un’esperienza più intensa della guerra. Sentono l’odio diretto verso l’Ucraina con questa aggressione, e in molti provano odio per quello che vedono sta accadendo al loro Paese. È paura pura, è la morte che cammina per le strade delle nostre città. Invece, nelle zone più direttamente esposte agli scontri vedi le persone che non perdono l’ottimismo, che riescono anche a scherzare in questi tempi difficili, e che riescono a vedere che Dio li protegge mentre passano tra i proiettili”.

Per questo il presule salesiano non manca mai di conforta i suoi confratelli, i suoi sacerdoti, e tutti i volontari che sono impegnati nel sostentamento umanitario dei bisognosi – che in questo momento in Ucraina sono tantissimi. “Grazie per quello che fai!” è l’espressione che mons. Kryvytskyi fa accompagnare agli abbracci di conforto.

Poi attraversa le navate delle chiese, in molti casi ormai trasformate in magazzino, e perlustra e osserva le risorse disponibili, il lavoro fatto e quello ancora da continuare. Conoscendo i bisogni nella sua diocesi, collabora con i salesiani per la fornitura di aiuti adeguati: ha chiesto del pane, ad esempio, che gli è stato inviato con un camion dalla Polonia, insieme ad altri alimenti, lenzuola e materassini.

Lui stesso partecipa in video-conferenza ad una sessione dell’équipe di coordinamento salesiano per la gestione degli aiuti alla popolazione ucraina. “Molte cose variano di giorno in giorno – racconta ancora –. Avevamo degli aiuti da inviare a Chernihiv, dove la popolazione rischia di restare senza cibo, ma ora la città è raggiungibile solo via fiume. Per questo ora ci siamo attrezzati con delle imbarcazioni”.

Non solo come confratello unito dal carisma salesiano, ma anche come guida della diocesi di Kiev-Zhytomyr, mons. Kryvytskyi esprime tutta la sua riconoscenza verso il lavoro della Famiglia Salesiana a favore della popolazione ucraina. “Grazie per le donazioni inviate, per l’aiuto a far scappare i rifugiati, e per qualsiasi altra impresa state pianificando, perché siamo divenuti dipendenti dai vostri aiuti”, aggiunge il presule a conclusione del suo incontro virtuale con il coordinamento salesiano, subito prima di salutare tutti e impartire loro la benedizione apostolica.

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