“È un’illusione che trascina tanti minori in contesti insicuri e così finiscono a vivere per strada. Il nostro obiettivo è restituire dignità al bambino, educarlo affinché trovi veramente il suo posto nella società, come un uomo creato a immagine e a somiglianza di Dio”, ha spiegato don Aurélien Ahouangbe, direttore del Foyer Don Bosco della diocesi di Porto-Novo, in un’intervista rilasciata all’Osservatore Romano e riportata da Vatican News.
Don Ahouangbe è impegnato nel contrasto al lavoro minorile e racconta di come lo sfruttamento economico e lavorativo dei bambini sia una questione preoccupante in tutto il Benin. Per contrastare tale fenomeno i Salesiani hanno costruito dei punti di ascolto nei mercati, lungo le frontiere nazionali e nei luoghi più sensibili. Questi sono monitorati da squadre di funzionari governativi, poliziotti e assistenti sociali che verificano l’età e le condizioni di lavoro e di vita dei minori. Se accertano che hanno meno di 14 anni o che vengono maltrattati, allora il minore viene preso in carico dai Salesiani.
“Li ascoltiamo, poi li accompagniamo nella comunità e cerchiamo i genitori - spiega don Aurélien - Rendiamo consapevole la famiglia delle leggi che proteggono i bambini e, se opportuno, restituiamo loro i figli e li monitoriamo a casa, assicurandogli l’educazione e l’assistenza psicologica in caso abbiano subito maltrattamenti”, prosegue.
L’obiettivo dei Salesiani è fare in modo che i giovani ritrovino la dignità e la gioia dell’essere figli di Dio: un nutrimento grazie a cui fiorisce una nuova speranza nei confronti di un futuro di pace, una crescita armoniosa all’interno della società e la partecipazione allo sviluppo della loro città. Questa è la missione dei quattro Foyer Don Bosco in Benin. Una casa per minori si trova nella capitale economica Cotonou, due sono nella capitale Porto-Novo, infine una struttura a Kandi serve tutto il nord del Paese e il confine con il Niger e la Nigeria.
L’accoglienza nei Foyer Don Bosco inizia con l’assistenza psicologica del minore attraverso cui si cercano di comprendere i suoi problemi familiari e lavorativi. Poi, i bambini ricevono un’assistenza sanitaria e, successivamente, un sostegno alimentare, l’ospitalità negli alloggi, il reinserimento scolastico, la formazione professionale. Alcuni ragazzi studiano fino a ottenere il diploma di maturità, altri ricevono una formazione qualificata. In questo percorso i bambini si riavvicinano anche alla religione.
“La redenzione dell’uomo deve passare attraverso la fede ricevuta, vissuta e trasmessa – conclude don Ahouangbe – Noi la proponiamo attraverso i valori del Vangelo e soprattutto con la cultura dell’amore”.
Fonte: Vatican News