Senza dubbio, la maggior parte degli abitanti di Mendoza ha sentito parlare del “Don Bosco”. Oltre ad aver dato i natali a diversi tecnici del settore, sommelier ed enologi, la parrocchia “Maria Ausiliatrice” fu una delle prime chiese fondate nella provincia, ed è tuttora attiva, insieme ad una scuola materna, primaria, secondaria, superiore e universitaria orientata allo studio della viticoltura.
La storia dell’opera salesiana a Mendoza risale a più di 120 anni fa, con un gruppo di salesiani giunti dall’Italia. L’arrivo dei primi religiosi avvenne infatti nel 1898. E l’inizio dei lavori fu possibile grazie alla donazione di un terreno da parte di Lucila Barrionuevo Pescara de Bombal.
Un anno dopo ebbe luogo la benedizione della prima pietra della scuola e della prima cappella. Infine, nel 1901, nacque la scuola, orientata a insegnare la viticoltura e l’enologia, e nello stesso anno iniziò anche la costruzione della Cantina Sperimentale, uno dei primi edifici eretti. Inoltre, il 17 aprile del 1901, venne filtrato il primo vino da Messa, per opera di don Paolo Rebotti – data che in un certo senso simboleggia più di ogni altra la “nascita” dell’opera “Don Bosco” di Mendoza.
Rapidamente l’opera crebbe e si espanse, includendo nel tempo anche l’insegnamento dell’olivicoltura. La casa salesiana ha avuto un enorme impatto nella regione: basti pensare che i corsi universitario di Don Bosco furono i primi in tutta l’America Latina a poter assegnare la Laurea in Enologia, già nel 1965; ed ancora oggi il centro rimane un punto di riferimento nel settore, a livello provinciale e nazionale.
L’importanza dell’opera salesiana per la realtà di Mendoza è dichiarata nella presentazione dell’anniversario: “Nel suo percorso la Scuola, la l’Istituto Tecnico e la Facoltà ‘Don Bosco’ hanno percorso un cammino di successo, posizionandosi all’avanguardia dello sviluppo agro-industriale nazionale e regionale, accompagnando la crescita del vino in tutte le sue aree e per tutti i suoi esponenti”.
Tra le altre cose, la casa salesiana offre anche un contributo al turismo regionale, essendo, a buon diritto, oggetto di attenzione come “Culla dell’Enologia Argentina”.
Melisa Morales
Fonte: Vía Mendoza
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