Qualche mese fa abbiamo ricevuto la proposta di frequentare la “Casa Don Bosco” di Formosa. Lì i bambini fanno colazione, fanno i compiti e si mettono in pari con le lezioni. È un ambiente educativo piacevole e gioioso dove, oltre a studiare, i giovani sono ascoltati, accompagnati e amati.
Noi volontari lavoriamo insieme ai professionisti della Casa, cercando di farlo con libertà e creatività, come ci ha insegnato Don Bosco. Il nostro compito è quello di fornire un sostegno scolastico ai bambini che hanno difficoltà a svolgere lezioni virtuali per vari motivi (mancanza di computer o di internet, ad esempio).
È stato un dono di Dio in questi tempi di pandemia, una gioia enorme poter stare di nuovo con i bambini dopo tanto tempo, ora nell’ambito educativo "formale", dove non mi era mai capitato di stare.
Di questo Volontario Giovanile Salesiano mi restano molte cose, tra cui gli sguardi dei ragazzi, quelli del primo giorno e quelli di oggi.
Quegli sguardi scoraggiati che c’erano all’inizio, quelle risposte secche a qualche domanda personale non esistono più; ora gli sguardi sono di gioia, i saluti sono caldi e le risposte a qualsiasi domanda devono essere accompagnate da un “beh, continuiamo a parlare dopo, ora facciamo i compiti”.
È inevitabile pensare a quello che diceva don Bosco: “Non basta amare i giovani, devono sentire di essere amati”. Quando offri il tuo tempo e la tua volontà, ti ricompensano con la loro fiducia, il loro amore, la loro gioia e la loro responsabilità.
Questa esperienza è bella ed è uno spazio unico che, come animatore salesiano, mi aiuta a continuare a formarmi e ad imparare per potermi donare di più e meglio agli altri.
Fonte: Don Bosco Norte
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