RMG – “Don Bosco è vivo nel cuore di tanti giovani”: intervista a don Gabriel Romero, Consigliere Regionale per l’America Cono Sud

(ANS – Roma) – Don Gabriel Romero è stato eletto dal CG28 come nuovo Consigliere per la Regione America Cono Sud. Si riporta di seguito una sua intervista, rilasciata ad ANS.

Cosa l’ha spinto a farsi salesiano?

Sono entrato nella scuola salesiana della mia città natale, a San Miguel de Tucumán, e lì ho frequentato ila scuola media. Credo che l'ambiente della scuola, la diversità delle proposte e la presenza quotidiana dei salesiani tra noi, mi sia piaciuto fin dal primo giorno. In quegli anni ho avuto l'opportunità di partecipare ad un gruppo di giovani e di esserne l'animatore; lì ho fatto le migliori amicizie, ho approfittato di tutte le proposte formative e dei ritiri, abbiamo realizzato diverse esperienze missionarie nei villaggi vicini, i campi estivi, i gruppi teatrali e il musical di Don Bosco in occasione del centenario del 1988. Tutto mi ha segnato. Sentivo profondamente nel mio cuore che il Signore mi chiedeva di allargare il mio cuore e di darlo a molti. Ho avuto la grazia che la mia famiglia mi avrebbe sempre accompagnato in ogni mia decisione. 

Cosa porta con sé dell’esperienza del CG28?

La bellezza di una Congregazione mondiale, plurale, missionaria, fraterna e impegnata nei confronti dei giovani e degli ambienti popolari. Ascoltare tante storie ed esperienze dei miei fratelli salesiani che, in diverse parti del mondo, danno la loro vita giorno per giorno per i giovani, mi ha commosso e mi fa ringraziare Dio per quanto lavora attraverso questi suoi figli. Essere a Valdocco ogni giorno e in ogni momento, accanto a Don Bosco, guardarlo e parlare con lui, pregare ai piedi della Ausiliatrice e presentare la vita di tanti, è stato un dono meraviglioso. Sono stati giorni di fraternità e di speranza. Sappiamo che ci sono molte sfide da affrontare nella missione e siamo accompagnati dalla certezza che Don Bosco è vivo nel cuore di tanti giovani, adulti e fratelli salesiani che continuano ad annunciare Gesù Cristo con audacia e creatività. E questo ci incoraggia, ci apre gli orizzonti e ci permette di continuare a sognare.

In queste prime settimane, segnate per altro dalle restrizioni per Covid-19, cosa ha potuto vedere, conoscere, imparare del nuovo incarico? Cosa si aspetta per il futuro?

C'è molto poco che potrei fare in questo tempo. In Argentina e in tutta l'America le frontiere sono abbastanza chiuse. Abbiamo potuto avere diversi incontri virtuali per condividere, per formarci insieme e riprendere alcuni processi di discernimento già in corso. Appena posso, spero di poter visitare i miei fratelli salesiani e di poter conoscere la ricchezza e la bellezza della nostra Regione.

Tra sei anni, cosa sogna per la sua Regione?

Sono consapevole che è una Regione con molta vita, molti giovani, molto lavoro e molto impegno verso i più poveri. Che possiamo continuare ad essere ogni giorno più fedeli al Signore che ci ha chiamati a dargli tutte le nostre energie per stare in mezzo ai giovani più poveri. Senza dubbio, il recente Sinodo dell'Amazzonia e del Laudato Si ci metterà profondamente alla prova. La presenza di tanti laici, giovani e adulti, ben impegnati in tutte le nostre opere, è una grande fortezza di cui vogliamo prenderci cura con rispetto e dedizione. C'è molto da camminare e da imparare. 

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