Eccoci quindi pronti per un viaggio che parte dalla Siria e che arriva all’Ecuador, passando per Etiopia, Rep. Dem. del Congo, India, Sri Lanka, Myanmar e Venezuela: Paesi che necessitano di innumerevoli aiuti per far fronte ad un’emergenza sanitaria che va ad affiancarsi a situazioni sociali, economiche e politiche già precarie – tanto che la Fondazione Opera Don Bosco di Milano ha deciso di promuovere la sua campagna 5x1000 rivolgendo gli sforzi proprio al sostegno di questi Paesi.
SIRIA
In tutto il territorio ad oggi risultano dichiarati 144 casi di contagio da Covid-19 e 6 vittime. I casi si ritiene possano essere di più e una pandemia diffusa sarebbe disastrosa: il Paese dopo 9 anni di guerra si trova con le strutture sanitarie distrutte e una popolazione sfiancata e in gran parte sfollata.
In questa situazione complessa e potenzialmente esplosiva, i Salesiani di Damasco animano una parrocchia e un centro giovanile per fornire svago e supporto a tanti bambini e giovani provenienti da diverse parti della città, in particolare da Jaramana, quartiere povero a maggioranza cristiana.
I progetti per l’immediato futuro qui sono grandiosi: la Fondazione Opera Don Bosco di Milano intende sostenere i salesiani di Damasco nella costruzione di un nuovo centro proprio a Jaramana: un luogo dove poter costruire una parrocchia, un centro giovanile, una scuola professionale e un ambulatorio sociale. Il terreno c’è e il progetto è agli albori, l’augurio è quello di poter iniziare quanto prima la costruzione.
ETIOPIA
In Etiopia il rischio di un’escalation dei contagi è reale: con i tamponi che si fanno (6.000-6.500 al giorno) si scoprono 150-200 casi di contagio giornalieri: in 2-3 settimane si è passati da 120 contagiati e 4 decessi, a 2.156 contagiati e 27 decessi.
Ad Addis Abeba, malgrado le misure restrittive, si vede tanta gente in giro senza le dovute protezioni. “Manca ancora la responsabilità individuale della gente – commenta don Angelo Ragazzo, dall’opera per ragazzi di strada “Don Bosco Children”, sita nella Capitale del Paese –. Molti si spostano ancora senza mascherina e non tengono le dovute distanze fisiche. La polizia ha cominciato ad arrestare e a multare gli irresponsabili. Ha poi isolato una zona rossa nel mercato di Addis Abeba. È quella la zona più a rischio.
I salesiani del Don Bosco Children già da metà marzo hanno deciso di attivare una quarantena protettiva in favore di un centinaio di ragazzi di strada che altrimenti non sarebbero potuti “restare a casa”, dato che una casa non ce l’hanno. Ma ora hanno deciso di fare ancora di più, pensando a quelli che stanno in maggiori difficoltà: “Noi, come comunità, stiamo aiutando migliaia di ragazzi di strada che sono stati raccolti dalla strada dalla Polizia Federale e messi nei Centri di assistenza. Con le offerte che ci arrivano dall’Italia o da organizzazioni caritatevoli, tramite il nostro autista compriamo e portiamo cibo, materiale sanitario in quei Centri dove sono raccolti i ragazzi di strada e altri poveri. Il nostro motto è: svuotare al più presto i magazzini affinché la Provvidenza ce li riempia di nuovo”.
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
Anche la Repubblica Democratica del Congo è a rischio esplosione dei contagi: i dati ufficiali del Covid-19 parlano di 4.106 casi e 88 vittime. In questo Paese, la Fondazione Opera Don Bosco Onlus di Milano sostiene da tempo il Centro Don Bosco Muetu di Mbuji Mayi, dove, oltre a dover affrontare l’emergenza Coronavirus e il ritorno di alcuni casi di Ebola, i Salesiani accolgono quotidianamente numerose madri sole che chiedono di poter affidare i propri figli neonati o piccolissimi per i quali non riescono a provvedere in termini di cura e alimentazione. In questo periodo di difficoltà le richieste sono aumentate, tanto che il Centro ha attivato un servizio di distribuzione settimanale di latte in polvere e di prime cure mediche a mamma e bambino, garantendo la possibilità di mantenere i più piccoli con la propria famiglia.
INDIA
L’India ha superato l’Italia e la Spagna ed è ora in quinta posizione nella classifica mondiale dei contagi (oltre 267mila), con già 7.473 vittime. E purtroppo si stima sia destinata a continuare a crescere ancora per un po’ di tempo. In un Paese in cui le condizioni igienico sanitarie sono piuttosto precarie, il distanziamento sociale spesso impossibile, e con un sistema sanitario estremamente fragile, i Salesiani sono divenuti in molti casi un punto di riferimento fondamentale per i ragazzi e i giovani dei villaggi circostanti, collaborando con autorità, ONG, volontari, per distribuire cibo e dispositivi di protezione ai segmenti più vulnerabili della società. Nelle loro attività si prodigano per aiutare in vario modo (provvista di cibo per il viaggio, fornitura di autobus speciali, opportunità di lavorare la terra…) i migranti interni al Paese e tutte quelle persone che con il blocco delle attività sono rimaste prive di sostentamento.
SRI LANKA
Nello Sri Lanka, la diffusione del virus conta 1.857 casi e 11 vittime. A Uswetakeiyawa, nella periferia estrema di Colombo, i Salesiani accolgono gli orfani della zona nel Centro Don Bosco Sevana come in una vera e propria famiglia. Qui i ragazzi studiano, si divertono e crescono in un’atmosfera molto positiva. Purtroppo l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha imposto la chiusura del Centro, al fine di tutelare i bambini; al contrario, la curiosità dei ragazzi più grandi resta sempre aperta a tutte le proposte scolastiche e ricreative che la struttura offre loro: per questo l’impegno è costantemente attivo nel fornire attività che possano garantire una normalità quotidiana per questi giovani.
MYANMAR
Anche in Myanmar sono stati rilevati diversi casi di Covid-19: 244 contagiati e 6 decessi. Nelle grandi città, ma soprattutto nelle aree rurali, il sistema sanitario è del tutto carente e non ha i mezzi né per prevenire, né per gestire la pandemia.
Le suore salesiane di Hlaing Thar Yar, area suburbana di Yangon, svolgono il proprio servizio di distribuzione di alimenti e protezioni alle famiglie più povere.
VENEZUELA
Il Venezuela, già in una crisi disastrosa, si è trovato a dover affrontare anche l’emergenza Covid-19. I dati ufficiali parlano di 2.473 contagiati e 22 vittime, ma si ritiene che il dato non sia reale e i casi siano molti di più. L’Istituto Salesiano di Caracas, in questa duplice situazione di necessità ha attivato un servizio di distribuzione bisettimanale di “combos”: pacchi alimentari per le famiglie degli studenti.
ECUADOR
Il Paese è tra i più colpiti dell’America Latina: i dati ufficiali registrano 43.378 contagi e 3.642 decessi. La gran parte dei pazienti affetti da coronavirus Covid-19 riguarda la città di Guayaquil. Qui, molti bambini e giovani vivono già fin da piccoli completamente o parzialmente in strada e lavorano con un alto rischio per la loro persona. Il centro di prima accoglienza di Guayaquil gestito dai salesiani dell’Ecuador è una casa per i ragazzi di strada della città. Lì quei poveri minori trovano accoglienza, sostegno, educazione e scolarizzazione e, in un periodo come questo, riparo e sicurezza.
Il pensiero della Fondazione Opera Don Bosco onlus in questo momento di pandemia è ben riassunto dalle parole di don Giordano Piccinotti, responsabile delle attività e dei progetti: “In questi giorni di emergenza, di fatica… non manca il tempo per pensare e guardare al futuro, al momento della ripresa, in cui tutto finalmente tornerà alla normalità. C’è un solo modo per far sì che questa speranza diventi realtà: FARLO INSIEME, un termine che abbiamo usato spesso e che caratterizza il nostro operare: da soli non possiamo fare nulla, insieme abbiamo fatto tanto e potremo ancora fare molto per molti!”.
Per maggiori informazioni: www.operadonbosco.it
https://www.infoans.org/index.php?id=10570&option=com_k2&view=item#sigProIdcbaa203d6c