“Siamo in una situazione di emergenza, tutta l’attività sociale della parrocchia, il servizio di vestiario per i bisognosi, la farmacia, il centro per l’impiego, l’assistenza psicologica, le cure mediche sono sospese a causa della quarantena. L’unica cosa che funziona è il refettorio”, spiega don Fabián Alonso sull’origine dell’immagine ai tempi del coronavirus, scattata nel quartiere bonaerense di Almagro.
“La gente sta passando un brutto momento – prosegue –. Ogni giorno riceviamo più persone che vengono ad iscriversi. E crediamo continueranno ad aumentare per quanto riguarda le buste di cibo. Da parte nostra cerchiamo di offrire un pasto sostanzioso e caldo”.
Descrive poi la situazione di crisi sociale aggravata dall’isolamento contro la pandemia di coronavirus dal punto di vista del refettorio: “Abbiamo fissato un limite, non possiamo assistere più di 250 famiglie. Qui ad Almagro abbiamo una parrocchia e c’è la mensa dei poveri di San Carlos de María Auxiliadora, ma abbiamo anche un’altra mensa nella Scuola San Antonio, nella zona di ‘Messico 4040’. Anche loro stanno distribuendo buste di alimenti e cibo in scatola. Ma indubbiamente questi servizi non bastano rispetto alla domanda”. Poco dopo, i salesiani hanno aperto anche un altro punto distribuzione, nella palestra della scuola dedicata a San Francesco di Sales.
“Da un lato, il martedì e il venerdì distribuiamo sacchi di cibo alle famiglie registrate, in questo momento ce ne sono 250 che prendono un sacchetto alla settimana con cibi freschi e alimenti non deperibile, a seconda di quello che riceviamo – precisa don Alonso –. La gente in generale è molto grata. Ma è anche molto triste, priva di speranza”.
“Ogni giorno prepariamo 200 vassoi individuali per le persone in situazione di strada. La gente viene alla porta, noi consegniamo i vassoi con posate usa e getta, li mettiamo su un tavolo e la gente li porta via, ma non si può mangiare dentro” continua il salesiano.
Che infine conclude spiegando l’organizzazione nel dettaglio: “La gente deve portare la documentazione e noi facciamo una tessera con i loro dati e quelli dei familiari. Stiamo creando una banca dati in modo che la stessa persona non riceva il beneficio in luoghi diversi”.
Fonte: https://www.minutouno.com/