La storia di questo ritratto risale letteralmente al secolo scorso. "Nel 1999 ho dipinto un murale abbastanza grande per il Santuario di Maria Ausiliatrice ad Alcoy (Alicante), dove davo lezioni di arti plastiche – spiega l’artista - L'allora direttore, Pasqual Lluch, mi disse che il Superiore della vecchia Ispettoria di Valencia, David Churio, voleva che dipingessi un Don Bosco, quando avrei avuto tempo".
"Ci ho pensato a lungo e ho deciso di rappresentare Don Bosco nella sua stanza, guardando fuori Valdocco, attraverso le finestre con le loro pittoresche e caratteristiche persiane dipinte di verde – prosegue David Pastor – Ho deciso che sarebbero state fatte come se non fossero mai state chiuse e l'essere sempre aperte le faceva sembrare molto danneggiate dall'inclemenza del tempo". Ed ecco uno dei dettagli che sarebbe finito per essere uno dei più simbolici dell'opera...
L'opera di David Pastor raccoglie in pochi, ma significativi dettagli il modello pedagogico di Don Bosco. "Ho voluto rappresentarlo circondato da libri, che simboleggiassero il compito intellettuale, l'educazione come fondamento della formazione dei giovani dell'Oratorio – spiega – Gli altri strumenti presenti si riferiscono al lavoro manuale e alla formazione professionale. Volevo anche parlare di quelle palline da giocoliere che tiene in mano, che si riferiscono all'intrattenimento, al divertimento e allo spettacolo, che sono sempre legati al lavoro salesiano, sociale e integrativo", dice il pittore.
Inoltre, l'espressione di Don Bosco mostra una vita donata dai giovani: "Quello sguardo di Don Bosco era quello che volevo trasmettere, attraverso uno dei ritratti fotografici che si conservano del Santo. È uno sguardo esperto, intenso per il tanto lavoro fatto e per quello che c’è da fare; c’è tanta forza nonostante gli anni che lo appesantiscono", aggiunge.
L'ultima fase creativa del lavoro ha coinciso con la pandemia di Covid-19. Per questo motivo l'artista ha voluto dargli un nuovo significato. "Quando è arrivato il momento del confinamento a causa di Covid-19, quella saracinesca verde ha cambiato il suo simbolismo, è diventata un punto di speranza e fiducia nel futuro, mentre i libri, le palline e gli strumenti sono diventati un modello di comportamento”.