Secondo Ghislaine Fuentes, coordinatrice di questo spazio e Delegata per la Pastorale per l’Educazione Superiore, quest’iniziativa è nata nel 2017 dal sogno del cardinale salesiano Ricardo Ezzati di avere uno spazio nel distretto universitario per i giovani – il desiderio convergeva con la necessità dell’Ispettoria salesiana del Cile di riconvertire quello spazio. Così il progetto ha iniziato a prendere forma, coinvolgendo al contempo altri attori, come il Vicariato per l’Istruzione Superiore, la Congregazione del Verbo Divino, Apsis, Shalom, il Centro di Formazione Tecnica “ENAC” e l’Università Alberto Hurtado.
“Oggi si è svolta quest’attività perché i giovani venissero qui, s’interessino e sappiano che questo spazio esiste. Speriamo di fare presto un’uscita missionaria per far sapere agli studenti del quartiere cosa possono fare qui”, ha detto Ana Leyton Escobar, Direttrice della Pastorale per l’Educazione Superiore del Vicariato per l’Educazione.
“Sapevamo dell’esistenza di questo spazio, ma è la prima volta che ci veniamo. Abbiamo bisogno di un posto come questo, per poter socializzare con gli altri. Penso che questo spazio sarà proprio un luogo per condividere”, ha dichiarato Leontina Caroca, una studentessa dell’ENAC.
Le sue parole confermano le aspettative dei promotori di questa iniziativa, basate sulle esigenze segnalate dai giovani del quartiere – tra le quali, la mancanza di posti per mangiare. Per questo il piano terra dell’edificio è dotato di microonde e bollitori. “L’idea è che, indipendentemente dall’istituzione a cui appartengono, tutti i giovani possono condividere questo spazio”, dice Ghislaine.
Un altro aspetto importante di questo spazio è il suo secondo piano, che accoglie ambienti per il riposo e lo studio, una piccola chiesa e delle sale per la conversazione, dove i giovani potranno incontrarsi con una guida spirituale.
“Una delle esigenze individuate nell’allestimento di questo spazio era l’ascolto. I giovani spesso non hanno a chi raccontare le loro cose, perché oggi è molto difficile dirle in famiglia e nelle università spesso non c’è spazio per questo. Ecco perché prepariamo delle persone solo per l’ascolto, perché vogliamo essere una Chiesa che accompagna, non semplicemente che dice cosa fare”, ha spiegato l’Ispettore dei salesiani in Cile, don Carlo Lira.
“Sogno che in questo spazio i giovani si sentano davvero ascoltati. Quando un luogo è capace di accogliere, i giovani stessi si sentono ascoltati e quindi accettati. Questo è un bene in questo quartiere così affollato. Avere questo luogo è un privilegio e continueremo a pregare che Dio faccia la sua parte e che si concretizzi secondo la sua volontà”, ha aggiunto il verbita P. Erasmo.